La XXXIII Assemblea nazionale ANCI si è aperta ieri con il discorso inaugurale del presidente della Repubblica Mattarella (leggi qui l’intervento integrale).
Antonio Decaro è il nuovo presidente dell’ANCI: è stato eletto ieri a Bari nella giornata che apre la XXXIII Assemblea ANCI 2016. Dopo 16 anni la presidenza dell’ANCI abbandona il centro-nord e porta alla guida dei Comuni italiani Antonio Decaro, sindaco di Bari dal 2014. Classe 1970, Decaro è esponente del Pd: ma, sottolinea subito dopo la sua elezione decisa dall’assemblea nazionale dell’Anci in corso proprio a Bari, “da oggi dimentico di avere in tasca una tessera di partito”.
Ecco le prime parole di Decaro: “Diventare presidente dell’ANCI nella mia città ovviamente mi rende particolarmente orgoglioso, così come rende orgogliosi i miei cittadini. Divento presidente con loro e grazie a loro. Il mio slogan in campagna elettorale era il mio sindaco siamo noi. Ora vorrei trasformarlo in il mio presidente dell’ANCI siamo noi. Io non sarò il vostro presidente, sono uno di noi che ha la responsabilità di rappresentare tutti noi. In questa squadra vorrei ci fossimo tutti, anche quelli che stamane mi hanno detto che sarebbe opportuno che ci fosse un cambiamento. Io voglio che anche queste persone siano nella squadra per attuare il cambiamento”.
La prima sfida di Decaro è quella di mantenere la compattezza del “fronte dei sindaci” in un quadro politico dominato dal governo a guida Pd e dalla forte opposizione dei Cinque Stelle. “La nostra unità è decisiva – ha ricordato ieri Piero Fassino, che ha guidato l’associazione dei Comuni dal 2013 -. ANCI non è pregiudizialmente ostile né a favore di un governo”.
Da questo angolo visuale, il primo passo di Decaro è andato a segno e ha smentito alcune previsioni della vigilia. Fra gli oltre 700 delegati che si sono riuniti alla Fiera del Levante, l’elezione del neo-presidente ha incontrato solo 4 contrari e 10 astenuti, questi ultimi fra i Cinque Stelle che così hanno evitato la rottura. L’astensione decisa dai pentastellati intende mantenere “in prova” i propri rapporti con l’associazione: ”L’ANCI deve lavorare sui temi di tutti i Comuni – ha spiegato la sindaca di Roma Virginia Raggi – e se manterrà determinati impegni sarà nostro interesse rimanere dentro. Se non avrà questa forza, valuteremo le nostre prossime mosse”.
L’elezione di ieri si configura come la premessa per un’unità che per essere saldata in maniera definitiva necessita di mosse organizzative e politiche. Una delle prime idee è quella di costruire un ufficio di presidenza che oltre agli otto vicepresidenti si allarghi a una dozzina di posizioni ulteriori da destinare ai sindaci delle grandi città e ad altri esponenti per tener conto della varietà politica e geografica che caratterizza il panorama degli amministratori locali. Questo tessuto connettivo fra la presidenza e il direttivo sarà uno snodo fondamentale per portare avanti la piattaforma politica, ovverosia il terreno sostanziale su cui va costruita l’unità dei sindaci. Negli obiettivi di Decaro c’è quello di portare l’ANCI a essere “il sindacato delle comunità”, e la prima prova sarà rappresentata dalla Legge di Bilancio 2017.
Tra i temi chiave della prima giornata di Assemblea nazionale ANCI (giunta alla sua trentatreesima edizione) si è allineato anche il tema dell’immigrazione, al centro dell’intervento del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Dopo la distribuzione dei migranti fra i territori “ora è il momento della seconda fase – spiega il titolare del Viminale – e oltre a umanità e rigore chiediamo maggiore efficienza. Non raggiungeremo efficienza se non lo faremo insieme, e a questo serve il progetto SPRAR”.
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