Vicina la rivoluzione dei bilanci locali

Sperimentazione al via nel 2012 in più di 70 enti, ma gli effetti giuridici e il consolidato obbligatorio scattano dal 2013

l 11 Novembre 2011
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Per oltre 70 enti tra comuni, province e regioni, sta per cominciare la fase di sperimentazione, attuata dal d.P.C.M. sul cui schema, nella Conferenza unificata del 27 ottobre scorso, è stata sancita l’intesa. Sarà l’occasione per testare nei prossimi due anni la bontà delle riforme previste nel settimo decreto attuativo del federalismo fiscale, il d.lgs. n. 118 del 23 giugno 2011. A conferma del fatto che una riforma di tale portata non è a costo zero, chi partecipa alla sperimentazione potrà contare su un incentivo applicato come “sconto” sugli obiettivi del Patto. Le prime ipotesi parlano di 20 milioni di euro, ma il conto finale potrebbe essere più generoso; l’incentivo è finanziato con una parte dei 200 milioni messi a disposizione degli enti virtuosi dal d.l. 98/2011, ma la manovra-bis ha anticipato all’anno prossimo l’esclusione totale dei virtuosi dal contributo alla manovra, per cui la dote da 200 milioni al momento è libera.
Oltre a riformare la contabilità finanziaria, prevedendo che entrate e uscite possano essere iscritte solo nell’anno in cui l’obbligazione arriva a scadenza, e ad affiancarle il sistema economico-patrimoniale tipico delle aziende, le nuove regole introducono un “piano degli indicatori e dei risultati attesi”, che passerà al setaccio ogni capitolo del bilancio, articolato per missioni e programmi. Tutte le novità convergono sull’obiettivo sostanziale di offrire ai conti locali maggiore trasparenza e vicinanza alla realtà gestionale dell’ente. La “competenza breve” serve a mettere tra le entrate e le uscite solo le risorse che effettivamente transitano dalle casse dell’ente nell’anno di riferimento, cancellando per esempio avanzi di amministrazione che alla prova dei fatti non esistono; la contabilità economica e il consolidato sono pensati per calcolare il risultato economico di ente e partecipate, per evitare che bilanci comunali apparentemente solidi si scoprano travolti dai buchi delle società; il “piano degli indicatori”, poi, ha l’ambizione di misurare i risultati attesi in ogni servizio, mettendoli a confronto con gli obiettivi amministrativi messi a preventivo. Il tutto passa attraverso modifiche profonde a tutti gli aspetti della contabilità: il leasing finanziario, per esempio, sulla cui disciplina si sono esercitate molte sezioni della Corte dei conti, secondo il nuovo principio della contabilità finanziaria è sempre indebitamento, e quindi rientra in tutti i vincoli (tetto di spesa, destinazione solo a investimenti ecc.) che guidano il “rosso” locale.

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