Le informazioni utili per i Piccoli Comuni
Fino all’8 agosto, pertanto, i Comuni di piccole dimensioni (con popolazione inferiore ai 5mila abitanti) che intendono presentare la domanda di inserimento nel Piano, devono comunicare un indirizzo istituzionale di posta elettronica certificata (PEC) compilando il questionario riportato a questo link. Completata la prima fase, il Dipartimento Casa Italia comunicherà ai Comuni e alle Unioni di Comuni ammessi l’avvio della fase successiva per l’inserimento della domanda (dall’11 settembre al 3 ottobre 2023).
Le dichiarazioni dei vertici ANCI
In merito alla presentazione del bando sono giunte le dichiarazioni del presidente dell’ANCI, Antonio Decaro: “Finalmente, dopo un lungo iter procedurale, vede oggi la luce il bando per le misure per il sostegno e la valorizzazione dei Piccoli Comuni sotto i cinquemila abitanti, in applicazione della cosiddetta “legge Realacci” del 2017. C’è voluto tanto tempo e le risorse a disposizione sono poche – circa 132 milioni di euro per i 5518 Enti locali destinatari dei fondi – e dovranno diventare stabili, ma come ANCI salutiamo con soddisfazione questo passaggio. Il meccanismo della legge premia e incoraggia le reti e le unioni di piccoli Comuni che si mettono insieme per affinità territoriale, e noi come ANCI appoggeremo i progetti che verranno presentati – ha proseguito Decaro -, i Piccoli Comuni sono “piccoli” solo per dimensione, perché invece rappresentano il cuore e l’identità del nostro Paese soprattutto nelle aree interne. Per questo vanno sostenuti con servizi adeguati e moderni, riqualificati e valorizzati per il loro patrimonio artistico, culturale e paesaggistico, al fine di combattere il processo di spopolamento che rischia di cancellarli”.
La voce (contraria) dell’UNCEM
Una voce contraria di alza invece dai vertici dell’UNCEM, l’Unione nazionale delle comunità montane, per voce del presidente Marco Bussone: “Disattesa nel PNRR, totalmente inapplicata nel suo complesso, mistificata nel bando pubblicato oggi dal Dipartimento della Presidenza del Consiglio, Casa Italia. La legge sui piccoli Comuni, la 158/2017, tra i migliori provvedimenti del genere in Europa, soffre ancora per una grave miopia istituzionale. Che disattende la norma e monta un Piano nazionale, con un bando appena aperto, che interviene in modo negativo, relativo e minimalista, mettendo oltre 5500 Comuni tutti contro tutti. In scontro. Non perché si premieranno pochi progetti, ma perché la logica alla base del bando è divisiva e non di cucitura. Quando invece, la logica della norma, contenuta nell’articolo 13, era totalmente diversa. Per tutti i processi di sviluppo locale, infatti i Comuni lavorano insieme, devono farlo, a vantaggio del Paese, in una logica comunitaria. Invece, come già per il Piano borghi del PNRR, per le scuole del PNRR, come per il bando per i Comuni a vocazione turistica recentemente lanciato, questo nuovo bando che si apre non risponde alle vere logiche che stanno dentro la 158, che Uncem ha sempre sostenuto quali valori veri del Paese e dei paesi. Piccoli e grandi Comuni devono lavorare insieme, devono darsi una strategia comune, uniti, più forti. Non bastano i soldi, che sembrano tanto comodi e facili. Contro le sperequazioni sociali, territoriali, tra aree montane e rurali, si lavora insieme. I Comuni piccoli generano comunità insieme.
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