Sul tavolo ci saranno le proposte dei singoli ministeri per contribuire a una prima stretta sulla spesa e il pacchetto di misure proposto da Enrico Bondi per frenare in tempi rapidi le uscite per acquisti di beni e servizi. Il super-commissario si sta muovendo più o meno sulla falsariga della stessa rotta suggerita dal Parlamento: rafforzamento del metodo Consip con la creazione di una sorta di sistema a rete per omogeneizzare le procedure e (soprattutto) i prezzi delle centrali di acquisto regionale con ricorso a nuovi strumenti come quello dei fabbisogni standard.
A Bondi viene chiesta un’impresa non facile: trovare subito 2,5-3miliardi. Dopo il grave sisma in Emilia Romagna l’Esecutivo spera infatti di alzare l’asticella dei risparmi da realizzare già a fine giugno dagli originari 4,2 miliardi, necessari per evitare il previsto aumento autunnale dell’Iva, a 5 miliardi per garantire subito nuove risorse aggiuntive ai terremotati. Considerando che i ministeri, almeno nella prima fase, difficilmente potranno contribuire per più di 1,5-2 miliardi, appare chiaro che il l’impegno più gravoso dovrebbe ricadere sul super-commissario. L’obiettivo dei 5 miliardi resta comunque difficile da centrare. Già dalla riunione di domani si dovrebbe capire se esistono dei margini per tagliare questo traguardo.
Ma lo sguardo di Monti, Giarda e Bondi andrà anche oltre: in parallelo al decreto di giugno dovrà essere abbozzato il piano complessivo di riduzione della spesa da presentare a settembre e, probabilmente, da varare in autunno con provvedimenti collegati alla prossima legge di stabilità. Un piano che dovrebbe servire, oltre che a rendere più efficiente la macchina statale, a trovare le risorse necessarie per scongiurare il maxi-aumento dell’Iva in agenda a ottobre. Anche in questo caso un’impresa tutt’altro che facile.
L’azione del Governo sarà ad ampio raggio. Come ha spiegato Giarda il piano di riduzione dei costi riguarda «tutto il settore pubblico, dallo Stato fino all’ultimo dei Comuni perché – ha aggiunto – non ci sono posti o sezioni dove si annidano sprechi maggiori, è tutto il comparto che va rivisto e analizzato». Giarda ha anche confermato che la massa di spesa aggredibile nel breve periodo ammonta a circa 100 miliardi tra Stato, enti locali e previdenziali e sanità.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento