ROMA – Scatta da oggi il taglio anche fino al 40% dei prezzi di riferimento per 4.188 confezioni di farmaci fuori brevetto, i cosiddetti off patent che includono i generici e i medicinali originatori (originator) dei generici. E per i cittadini si presenta fin da questa mattina in farmacia il rischio di un ticket neanche troppo mascherato in più. Decisa dal Cda dell’Aifa (Agenzia del farmaco) il 30 marzo scorso in applicazione della manovra estiva per il 2011 (Dl 78 convertito nella legge 122/2010), la potatura dei listini degli off patent avrà effetti di risparmio per oltre 600 milioni per il Servizio sanitario nazionale, e in teoria dovrebbe comportare meno spese anche per i cittadini. Ma proprio per i pazienti – sia che li paghino direttamente, sia che l’acquisto di questi medicinali sia a carico del Ssn – è alle porte da subito una mini stangata. Tutto dipende dall’adeguamento all’ingiù – e dal livello dell’adeguamento stesso – dei listini sia dei generici che degli originator ai nuovi prezzi di riferimento decisi dall’Aifa. Gli originator spesso costano di più e i cittadini devono pagare la differenza di prezzo rispetto a quello di riferimento del farmaco generico se l’acquisto è a carico del servizio pubblico. Pagheranno l’intero prezzo, naturalmente, se e quando li acquistano interamente a proprio carico. E questo avverrà anche per i generici che non si adeguano al nuovo prezzo di riferimento. Per sapere come andranno le cose per i cittadini, bisogna attendere le mosse delle aziende titolari dei farmaci, che devono decidere se e di quanto abbassare i listini dei prodotti che hanno in portafoglio, con una comunicazione da pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale (parte seconda) e naturalmente da notificare all’Aifa. Fino ad allora – e i tempi non saranno comunque brevissimi – i farmaci off patent manterranno il prezzo attuale. Già da oggi, intanto, e fino a nuove comunicazioni in «Gazzetta» arrivate ieri solo col contagocce, per i cittadini significherà pagare un differenziale più alto rispetto al nuovo prezzo di riferimento del generico se il farmaco è prescritto con la ricetta rosa del Ssn. Il carico maggiore o minore per i cittadini dipenderà appunto da quanto – e se – sarà abbassata l’asticella dei prezzi. Si devono attendere insomma le decisioni delle industrie, pesantemente colpite dalla manovra del Governo che non a caso hanno subito e duramente contestato, sostenute sia delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, sia da farmacisti e grossisti che hanno anche richiesto (e non ottenuto) una proroga dell’entrata in vigore del provvedimento. E si deve sperare che medici e farmacie facciano la loro parte. Le farmacie continuando a informare i cittadini su qual è il farmaco fuori brevetto disponibile meno costoso. Operazione di trasparenza che dal lato della prescrizione è attesa anche (se non soprattutto) dai medici: sempreché siano informati e aggiornati, e sempreché sponsorizzino – se in «scienza e coscienza» lo ritengano necessario (tanto più che nella ricetta possono pretendere la non sostituibilità del prodotto prescritto) – i consumi dei prodotti meno cari per chi li acquista. La manovra estiva voluta dal Governo sui prezzi dei farmaci fuori brevetto – pensata per incrementare le vendite dei generici puri – non è stata certo di facile applicazione per l’Aifa, che da subito non ha nascosto tutte le sue perplessità e preoccupazioni nel varare la nuova lista di trasparenza dei farmaci off patent. I tagli, che escludono i farmaci fino a 2 euro di costo, sono diversificati: fino al 10% per 2.298 confezioni; dal 10 al 20% per 768 prodotti; dal 20 al 30% per altre 251 confezioni; dal 30 al 40% per i listini di 703 farmaci. Da notare che il 25% circa degli off patent ha un prezzo superiore a quello di riferimento e determina il 71% dell’intera spesa di questo mercato.
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