La questione dell’elettività o meno del Senato ha diviso per mesi il partito del premier, con la minoranza bersaniana decisa a ottenere l’elezione diretta dei futuri senatori. Il compromesso trovato in corner nel Pd, con la riscrittura del quinto comma dell’articolo 2, ha infine superato lo scoglio politico più grande permettendo la lettura veramente decisiva di ieri (le tre successive, fino a marzo, si limiteranno a ribadire il testo): i senatori saranno “scelti” dai cittadini nell’ambito del voto regionale e poi eletti formalmente dai Consigli. Una soluzione originale che dà maggior peso politico al futuro Senato, e questo non può che essere un bene, ma non cambia i capisaldi della riforma che sono appunto il superamento del bicameralismo perfetto e l’abolizione del Senato elettivo. Esattamente quello che fin dall’inizio si è proposto il premier. D’altra parte i capisaldi del Ddl Boschi, dal superamento del bicameralismo perfetto alla riscrittura del Titolo V di cui scriviamo a pagina 9, erano contenuti nel documento conclusivo dei 35 saggi del governo Letta voluti da Giorgio Napolitano. Nonché, va ricordato, nella “bozza Violante” del lontano 2007. Una via già tracciata, che tuttavia attendeva la volontà e la forza politica per essere percorsa.
Va in soffitta il Senato «doppione»
L’addio al bicameralismo perfetto e l’elezione in secondo grado di Palazzo Madama cuore della riforma
Il Sole 24 OreLa questione dell’elettività o meno del Senato ha diviso per mesi il partito del premier, con la minoranza bersaniana decisa a ottenere l’elezione diretta dei futuri senatori. Il compromesso trovato in corner nel Pd, con la riscrittura del quinto comma dell’articolo 2, ha infine superato lo scoglio politico più grande permettendo la lettura veramente decisiva di ieri (le tre successive, fino a marzo, si limiteranno a ribadire il testo): i senatori saranno “scelti” dai cittadini nell’ambito del voto regionale e poi eletti formalmente dai Consigli. Una soluzione originale che dà maggior peso politico al futuro Senato, e questo non può che essere un bene, ma non cambia i capisaldi della riforma che sono appunto il superamento del bicameralismo perfetto e l’abolizione del Senato elettivo. Esattamente quello che fin dall’inizio si è proposto il premier. D’altra parte i capisaldi del Ddl Boschi, dal superamento del bicameralismo perfetto alla riscrittura del Titolo V di cui scriviamo a pagina 9, erano contenuti nel documento conclusivo dei 35 saggi del governo Letta voluti da Giorgio Napolitano. Nonché, va ricordato, nella “bozza Violante” del lontano 2007. Una via già tracciata, che tuttavia attendeva la volontà e la forza politica per essere percorsa.
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