«La delibera comunale sulle unioni di fatto ci lascia molto perplessi e amareggiati anche perché qualcuno l’ha salutata come un traguardo di civiltà da accogliere con orgoglio quasi che la città di Torino debba presentarsi come campione che fa da apripista per una battaglia iniziata da anni e finalizzata ad emarginare passo dopo passo il nucleo essenziale della società qual è la famiglia fondata sul matrimonio. Che in questo modo invece è svalutata». È dura la presa di posizione ufficiale della Curia torinese contro la scelta del Comune di istituire il registro delle unioni civili. Nel mirino c’è il sindaco Sergio Chiamparino, anche se non è mai nominato, che aveva parlato di «pungolo per il Parlamento». «Sarebbe bene- dice la nota- che chi ha responsabilità dedicasse il proprio impegno prioritario e le proprie risorse, anche economiche, alla famiglia, quella che con il vincolo matrimoniale garantisce l’unione degli sposi e l’equilibrio affettivo ed educativo dei figli». Replica il sindaco: «Non è un mistero che sul tema delle coppie di fatto ci sia una divergenza di opinioni con la Curia, peraltro espresse sempre con reciproco rispetto. Tuttavia, non è fondata la preoccupazione seconda cui l’istituto della famiglia verrebbe svalutato. Quello approvato dal consiglio comunale è infatti un percorso del tutto parallelo che non si confonde con i valori della famiglia. Tanto è vero che la delibera è stata approvata anche con il voto di autorevoli esponenti del mondo cattolico». La Curia torinese spiega di non condividere la recente delibera comunale « in quanto si enfatizzano vincoli alternativi alla famiglia influendo così su una formazione di mentalità libertaria dove ognuno vorrebbe che ogni sua scelta di vita ottenesse comunque una legittimazione di copertura giuridica. In questo modo il Comune diventa uno strumento di scelte ideologiche. Siamo un paese in grave crisi demografica e una delle ragioni di questa situazione è la carenza legislativa a favore della famiglia sia a livello nazionale che locale». La conclusione: «Come Chiesa torinese ribadiamo il massimo rispetto nei confronti delle persone e delle loro scelte di vita ma non ci stancheremo di proporre alle giovani generazioni il modello millenario di famiglia». Dal centrodestra arrivano nuovi attacchi a Chiamparino. Dice Enzo Ghigo, coordinatore regionale Pdl: «È un’iniziativa chiaramente viziata da una strumentalizzazione ideologica che non può avere alcun effetto pratico». Aggiunge la capogruppo regionale del partito, Claudia Porchietto: «Una forzatura inutile , fronte di false aspettative». Dubbi arrivano anche dal consigliere regionale cattolico del Pd, Stefano Lepri. Monica Cerutti, consigliera regionale di Sinistra e Libertà ribatte: «Peccato che qualcuno tenda a ridimensionare la portata dell’approvazione della delibera. La scelta di Torino è di stimolo, ma anche di sostanza».
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