Riparte l’esame in commissione Giustizia al senato del ddl Cirinnà sulle unioni civili e i primi emendamenti passano con una maggioranza M5s-Pd. Una maggioranza inconsueta ma solida su un tema che sta molto a cuore sia all’elettorato del Pd sia a quello del MoVimento 5 Stelle mentre il premier Matteo Renzi fa sapere che il governo non è intenzionanto a rinunciare al provvedimento e vuole chiudere la partita entro le prime settimane di ottobre.
In commissione procede, dunque, la votazione degli oltre 1.500 emendamenti presentati e passa, con la contrarietà di Ap (Ncd +Udc) la specificità dell’istituto delle unioni civili sotto forma di un emendamento remissivo al ddl Cirinnà che definisce “le unioni civili tra persone dello stesso sesso” come “specifica formazione sociale”.
L’emendamento che disciplina la specificità dell’istituto delle unioni civili riconduce i diritti a loro legati all’articolo 2 della Costituzione slegandoli dall’articolo 29 che disciplina l’istituto del matrimonio. L’approvazione all’emendamento remissivo all’articolo 1 è arrivata con l’ok dei membri Pd, M5s, Conservatori e riformisti e dell’ex M5s Orellana. La senatrice Maria Mussini, anche lei ex M5s ora nel Gruppo misto, si è invece astenuta reputando che l’emendamento comporti un rischio di incostituzionalità. La prossima seduta è prevista per martedì prossimo con la possibilità di notturne per esaminare gli altri provvedimenti assegnati alla commissione.
“Abbiamo finalmente affermato che stiamo dando dei diritti a coppie dello stesso sesso, lo abbiamo scritto nella legge” ha detto la relatrice del ddl Monica Cirinnà assicurando che “andremo avanti celermente, andremo in Aula prima del 15 ottobre”, ovvero prima dell’inizio della sessione di bilancio.
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