Unioni civili, è polemica sulla sentenza del Consiglio di Stato

All’indomani della sentenza interviene il Ministro della giustizia: “c’è una sentenza della Corte di Strasburgo e l’Italia deve rispettarla”. Alfano: atti di fascismo rosso le accuse contro il giudice estensore della sentenza

29 Ottobre 2015
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All’indomani della sentenza del Consiglio di Stato che ha negato la trascrizioni di matrimoni celebrati all’estero, il Ministro della Giustizia Orlando conferma l’accelerazione sul fronte delle unioni civili. “Al più presto una legge e sono favorevole alle adozioni” ha detto il Ministro in un’intervista a La Repubblica, ricordando, inoltre, che l’Italia ha un obbligo giuridico a intervenire su questo tema sulla base della sentenza della Corte di Strasburgo del 21 luglio scorso, in “cui si dice chiaro e tondo che l’attuale assetto normativo non tutela i diritti di una parte di cittadini italiani. Da qui si deve partire”. 
Una sentenza, continua, che pone “oggettivamente l’esigenza di un intervento rapido. Mi sembra comunque ragionevole cercare il consenso più ampio”.

Orlando si è detto favorevole anche alle adozioni, “un tema molto discusso e può ancora dividere l’opinione pubblica anche se il compito della politica è di andare oltre il senso comune”.

Dura la reazione del Ministro dell’interno, Angelino Alfano che, a Mattino 5 su Canale 5, ha definito “atti di fascismo rosso” le accuse contro il giudice Carlo Deodato, estensore della sentenza del Consiglio di Stato sulle nozze gay. “È inaccettabile che tutti quelli che hanno coccolato le toghe rosse dicendo che avessero la libertà di girotondo e di manifestare in assemblee di partito esprimendo ogni giudizio in pubblico, oggi fossero proprio quelli che criminalizzano un magistrato che ha la colpa di essere cattolico”.

Sul dissenso del Ncd il Guardasigilli ha ammesso la possibilità di una maggioranza diversa: “è accaduto anche in passato su aborto e divorzio”. Quanto alla decisione del Consiglio di Stato “si è limitato a sottolineare un dato di fatto: un vuoto normativo c’è e va colmato” e difende l’imparzialità dei giudici.

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