Via libera definitiva dell’Aula della Camera alla legge sulle unioni civili. Ieri il testo è stato approvato a Montecitorio con 372 voti a favore, 51 contrari e 99 astenuti. La proclamazione del risultato della votazione è stata salutata da un forte applauso dai banchi del Pd. Applausi anche fuori della Camera dove un gruppo di attivisti ha salutato il voto con un boato.
“Siamo molto contenti. È un giorno di festa per tutti gli italiani e tutte le italiane. Vorrei esprimere un grazie per chi ha contribuito a fare questa legge e anche per il lavoro fatto negli anni passati. Arriviamo a dare una risposta dopo anni non soltanto ai diritti ma anche ai sogni e alle aspettative di tanti. Ora andiamo a festeggiare perché è un giorno di festa”, ha detto il Ministro Maria Elena Boschi uscendo dall’Aula dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili.
La Camera aveva confermato la fiducia al governo sul ddl con 369 voti a favore, 193 contrari e 2 astenuti.
“Oggi è un giorno di festa per tanti”, ha scritto in un post su Facebook il premier Matteo Renzi riferendosi al voto alla Camera sulle unioni civili e sottolineando come la fiducia sia stata messa proprio per evitare altri ritardi.
Questi, in sintesi, gli aspetti principali.
Unioni civili
Un’unione civile tra due persone maggiorenni dello stesso sesso si costituisce mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civileed alla presenza di due testimoni. L’atto è registrato nell’archivio dello stato civile. Le parti possono stabilire, dichiarandolo all’ufficiale dello Stato Civile, di assumere un cognome comune, scegliendo tra i loro cognomi o di anteporre o posporre al cognome comune il proprio.
> Diritti e Doveri
Con la costituzione dell’unione civile le parti acquistano gli stessi diritti e doveri. In particolare da essa discendono:
- l’obbligo di assistenza morale e materiale;
- l’obbligo di coabitazione;
- l’obbligo di contribuzione economica in relazione alle proprie capacità di lavoro professionale o casalingo;
- l’obbligo di definizione di comune accordo dell’indirizzo della vita familiare e della residenza.
> Regime patrimoniale
Il regime patrimoniale, in mancanza di diversa convenzione tra le parti, è la comunione dei beni. Alle convenzioni patrimoniali si applicano le norme del codice civile.
> Diritto successorio
Riguardo alla successione, alle unioni civili si applica parte della disciplina contenuta nel libro secondo del codice civile.
> Impedimento o nullità
L’unione civile è impedita dal precedente vincolo matrimoniale o di unione civile, dall’interdizione, dalla sussistenza dei rapporti di parentela, affinità o adozione tra le parti, dalla condanna di una delle parti per omicidio tentato o consumato nei confronti del coniuge o di chi sia unito civilmente con l’altra parte dell’unione civile. È prevista la disciplina dei casi di nullità delle unioni civili.
> Scioglimento dell’unione
L’unione civile si scioglie con manifestazione congiunta o disgiunta dinanzi all’ufficiale dello Stato Civile e si applicano alcune norme previste per il divorzio, ad esclusione dell’istituto della separazione.
> Delega al Governo
Prevista una delega al Governo per l’emanazione di uno o più decreti legislativi al fine di adeguare alla nuova legge le disposizioni dell’ordinamento dello Stato Civile in materia di iscrizioni, trascrizioni e annotazioni, nonché al fine di coordinare ed adeguare le norme del diritto interno e quelle del diritto internazionale.
Disciplina delle convivenze di fatto
La convivenza di fatto riguarda due persone maggiorenni, omosessuali o eterosessuali, unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile.
Per l’accertamento della stabile convivenza si fa riferimento al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989 n.223.
Questi, in sintesi, gli aspetti principali della disciplina.
Diritti dei conviventi:
- gli stessi spettanti al coniuge nei casi previsti dall’ordinamento penitenziario;
- in caso di malattia o ricovero diritto reciproco di visita, di assistenza, di accesso alle informazioni personali, secondo le regole previste per i coniugi dalle strutture ospedaliere, pubbliche o private;
- possibilità di designare il partner quale rappresentante per le decisioni in materia di salute, in caso di morte per la donazione di organi, e per le modalità funerarie;
- in caso di morte del proprietario convivente, il superstite può continuare a vivere nella casa di residenza per un periodo variabile, a seconda della durata del periodo di convivenza o della presenza dei figli minori o disabili;
- diritto a subentrare nel contratto locazione della casa comune di residenza da parte del convivente superstite in caso di decesso del convivente titolare del contratto;
- rilevanza della convivenza nelle graduatorie per l’assegnazione di alloggi di edilizia popolare che diano rilievo all’appartenenza ad un nucleo familiare.
- estensione al convivente della disciplina relativa all’impresa familiare;
- diritto ad essere nominato tutore, curatore o amministratore di sostegno in caso di interdizione o inabilitazione ai sensi delle norme vigenti;
- possibilità di sottoscrivere un contratto di convivenza per disciplinare i rapporti patrimoniali;
- in caso di cessazione della convivenza di fatto, il giudice potrà accertare il diritto agli alimenti per il convivente che versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento. Gli alimenti sono assegnati per un periodo proporzionale alla durata della convivenza.
Il plauso dei sindaci e dell’Anci, coronamento di un’azione comune
L’ANCI esprime apprezzamento per l’approvazione definitiva del d.d.l. Cirinnà, che ora è legge. Come spesso è avvenuto nella storia dell’Italia, conquiste civili e sociali importanti hanno visto promotori i sindaci, e il loro impulso è stato determinante. I comuni sono l’avanguardia dell’innovazione anche sui temi civili, e questo perché sono ogni giorno in contatto con i problemi reali dei cittadini. Finalmente il nostro Paese è al passo con il resto dell’Europa.
È il presidente del Consiglio nazionale dell’ANCI e sindaco di Catania, Enzo Bianco, a ricordare che “l’introduzione delle Unioni civili nell’ordinamento italiano è il coronamento di un’azione che ha visto protagonisti, da diversi anni a questa parte, l’ANCI e moltissimi sindaci, senza distinzione né geografica né di appartenenza politica. È per questo – dice Bianco – che saluto con soddisfazione il voto di oggi del Parlamento, sottolineando in positivo l’impulso che il governo Renzi ha dato all’approvazione della legge”.
“Finalmente – aggiunge il sindaco di Bari Antonio Decaro – possiamo dire che la politica si è messa al passo con i tempi e con i bisogni reali di tante persone che, di fatto, famiglia già lo sono. Mi auguro che tutti i sindaci siano pronti a dare risposte nei loro territori”.
Per il primo cittadino di Udine, Furio Honsell, “stiamo assistendo a un passo avanti molto importante per tutto il Paese. Sono fiero del fatto che, finalmente, il Parlamento riesca a dotare il Paese di una legislazione che potrà anche essere perfettibile, ma ci allinea alla stragrande maggioranza degli Stati occidentali”. “Oggi passiamo dal riconoscimento della famiglia a quello di tutte le famiglie italiane, senza alcuna distinzione”, aggiunge il sindaco di Fiumicino Esterino Montino. “Sono particolarmente felice – aggiunge – per quello che considero un punto imprescindibile di partenza per la piena realizzazione dei diritti civili di tutti gli individui”.
Pur esprimendo perplessità sul metodo della fiducia, il primo cittadino di Chieti Umberto Di Primio si unisce al coro di consensi per l’approvazione del Ddl, affermando che “da sindaco sono contento che, finalmente, la questione legata alle unioni civili abbiano preso la via della definizione normativa. Questo toglie dall’imbarazzo Comuni e sindaci che ora non saranno più costretti ad arrampicarsi sugli specchi e potranno dare risposte ai diritti delle coppie di fatto”.
Anche da Parma arriva il sostegno del sindaco Pizzarotti: “Già tre anni fa a Parma creammo il Registro delle unioni civili, dimostrando di essere un passo più avanti in Europa rispetto all’Italia. Per questo mi sono sempre augurato che il Paese si adeguasse alle forti richieste della società per quel che riguarda i diritti civili, pur ritenendo che il disegno di legge potesse essere migliore rispetto all’attuale”.
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