Far sì che l’Europa resti la prima destinazione turistica mondiale è l’obiettivo di una comunicazione presentata il 30 giugno scorso dalla Commissione europea, che propone 21 azioni intese a rilanciare l’industria del turismo europeo nel XXI secolo. Oltre a richiamare l’attenzione su sfide quali le variazioni stagionali e l’invecchiamento della popolazione, il documento della Commissione delinea una politica volta a sostenere questo settore fondamentale dell’economia europea e propone iniziative per promuovere la sua competitività e il suo sviluppo sostenibile e di qualità, nonché la visibilità dell’Europa come destinazione turistica di eccellenza.
Il vicepresidente della Commissione Antonio Tajani, responsabile per l’industria e l’imprenditoria, compreso il mercato interno delle merci, ha dichiarato: “Il trattato di Lisbona ha definito per la prima volta un quadro comunitario per il turismo europeo. Questo ci dà la possibilità di elaborare una politica in grado di sfruttare la varietà che il nostro settore turistico può offrire tanto agli europei quanto ai non europei. L’industria del turismo europeo va perciò mantenuta in primo piano a livello di soluzioni innovative. In cambio, sarà possibile creare più posti di lavoro e proporre un’offerta turistica più sostenibile e differenziata. Non sarà un compito facile, ma il nostro obiettivo è far sì che l’Europa rimanga la prima destinazione turistica mondiale. La comunicazione di oggi definisce 21 azioni che lanceranno l’industria del turismo europeo nel 21° secolo.”
Il turismo svolge un ruolo significativo nella nostra economia: rappresenta 1,8 milioni di imprese, tra cui numerose piccole e medie imprese. Provvede inoltre al 5,2% dei posti di lavoro e contribuisce al PIL europeo per più del 5%.
I prossimi anni pongono una serie di sfide e di opportunità che necessitano di un approccio concordato su scala europea, pur nel rispetto delle diverse caratteristiche presenti negli Stati membri a tutti i livelli. Le destinazioni europee devono fronteggiare la crescente concorrenza di altre destinazioni mondiali. D’altro canto l’Europa può anche attrarre dai mercati emergenti turisti che intendono trascorrere qui le proprie vacanze. L’attuale tendenza demografica si tradurrà tra qualche anno in un numero maggiore di turisti anziani – occorre che le nostre infrastrutture e i nostri prodotti turistici siano ben preparati a questi sviluppi. I nostri prodotti turistici devono inoltre essere più sostenibili, tenendo conto in tal modo degli impegni relativi, ad esempio, ai cambiamenti climatici e alla dipendenza dall’acqua e dall’energia. Anche le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, in continuo sviluppo, offrono nuove possibilità che vanno sfruttate.
Con 370 milioni di arrivi internazionali nel 2008 l’Europa rappresenta più del 40% della cifra globale: una posizione che va mantenuta. Tuttavia, i veloci cambiamenti dell’economia mondiale si ripercuotono sul settore del turismo con mutamenti significativi nelle abitudini dei turisti e nei mercati di origine. Per far sì che l’Europa resti la prima destinazione turistica mondiale, la comunicazione della Commissione [COM(2010) 352, non ancora pubblicata] propone 21 azioni, (per l’elenco completo delle azioni cfr. MEMO/10/289) tra le quali:
1. Migliorare la competitività del settore turistico in Europa.
- L’innovazione va sostenuta affinché il settore e le sue imprese possano adattarsi alle nuove abitudini dei consumatori superando i propri modelli fissi. I questo contesto la Commissione europea sostiene l’idea di una piattaforma “TIC & turismo” tra i principali operatori del settore (agenzie turistiche, alberghi, ecc…).
- Prolungamento della stagione turistica. Facilitare una forma di programma di scambio per permettere ai giovani, alle persone anziane, alle famiglie con difficoltà economiche e alle persone con disabilità di viaggiare durante la bassa stagione. In secondo luogo, un meccanismo di scambio delle informazioni a livello europeo potrebbe contribuire a un migliore coordinamento delle vacanze scolastiche tra gli Stati membri.
- È necessario approfondire le conoscenze socioeconomiche sul turismo per consentire un migliore coordinamento delle attività di ricerca in corso nell’ambito del turismo. Un osservatorio europeo virtuale del turismo potrebbe sviluppare a medio termine una rete per il coordinamento e l’analisi della ricerca nel campo del turismo che potrebbe fungere anche da archivio delle informazioni a livello di UE relative agli sviluppi dell’industria del turismo.
2. Promuovere lo sviluppo di un turismo sostenibile, responsabile e di qualità
- Facilitare lo scambio di pratiche ottimali tra le reti di destinazioni regionali e sostenibili al fine di elaborare indicatori di gestione sostenibile.
- Sviluppare un marchio per il “turismo di qualità” come riconoscimento dei risultati ottenuti nel migliorare la qualità dei servizi forniti dalle imprese e dalle destinazioni europee.
- Elaborare un marchio basato sugli indicatori di gestione sostenibile per promuovere le destinazioni turistiche che rispettano criteri ambientali, sociali ed economici.
- Proporre una carta che stabilisca i criteri per un turismo sostenibilee responsabile in base ai quali verrà assegnato un premio europeo alle imprese e alle destinazioni turistiche.
3. Consolidare l’immagine e la visibilità dell’Europa come insieme di destinazioni sostenibili e di alta qualità
- La creazione e la promozione di una “marca europea“, in stretta collaborazione con gli Stati membri, contribuirà a differenziarsi meglio dalle altre destinazioni internazionali.
- Una migliore cooperazione con le organizzazioni nazionali e l’industria europea del turismo consentirà di promuovere i prodotti del turismo europeo attraverso il portale visiteurope.com.
4. Potenziare l’integrazione del turismo nelle politiche e negli strumenti finanziari UE
Il turismo è inevitabilmente connesso ad altre politiche. Per questa ragione la Commissione migliorerà l’integrazione e il coordinamento delle politiche che hanno ripercussioni sul turismo, quali diritti dei passeggeri, tutela dei consumatori e mercato interno.
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