Un Patto di stabilità al ribasso

Le nuove disposizioni potrebbero trovare spazio nel maxiemendamento alla Finanziaria

Italia Oggi
10 Novembre 2010
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Il nuovo patto di stabilità di comuni e province prende forma. E cade anche l’ultima incognita sulla procedura che nel 2011 ridisegnerà le regole contabili degli enti locali. Il ministero dell’economia ha infatti sciolto le riserve sulle percentuali da applicare alla spesa corrente media 2006-2008. Per i comuni la correzione sarà dell’11,4% nel 2011 e del 14% nel 2012 e 2013. Per le province, invece, la percentuale sarà dell’8,3 nel 2011 e del 10,7 nel 2012 e 2013. Applicando queste cifre alla spesa corrente media 2006-2008, da cui andranno poi decurtati i tagli disposti dalla manovra correttiva (dl 78/2010), si otterrà il saldo obiettivo, espresso in termini di competenza mista, che gli enti dovranno centrare. Assieme al pareggio di bilancio (ossia un saldo in termini di competenza mista pari a zero), che costituirà una sorta di regola generale per comuni e province. A questo doppio binario verrà ad affiancarsi una sorta di clausola di salvaguardia che consentirà agli enti penalizzati dalle nuove regole di decurtare del 50% lo scostamento tra il saldo obiettivo 2010 e quello 2011 (gli enti che invece si troveranno avvantaggiati dal nuovo sistema dovranno fare il contrario). La riforma del Patto degli enti territoriali, che potrebbe arrivare a costare circa un miliardo di euro, dovrebbe essere inserita nel maxiemendamento da 7 miliardi al ddl di stabilità che il governo presenterà oggi in commissione bilancio della camera. E non sarà l’unica novità per le autonomie. Come anticipato da ItaliaOggi il 28/10/2010, il governo metterà un freno all’indebitamento degli enti soggetti al patto di stabilità. I comuni sopra i 5 mila abitanti e le province potranno assumere nuovi mutui e accedere ad altre forme di finanziamento solo se l’importo annuale degli interessi, sommato a quello dei mutui precedentemente contratti, a quello dei prestiti obbligazionari precedentemente emessi, a quello delle aperture di credito stipulate ed a quello derivante da garanzie prestate, non supererà l’8% degli incassi relativi ai primi tre titoli delle entrate in bilancio. Il parametro di riferimento sarà il rendiconto del penultimo anno precedente a quello in cui viene prevista l’assunzione dei mutui (quindi nel 2011 si dovrà prendere come parametro i dati risultanti dal bilancio 2009 rapportati alle entrate accertate nel 2007). La novità non modificherà l’art.204 del Tuel, ma costituirà una regola di comportamento solo per i grandi enti. Per i piccoli comuni continuerà ad applicarsi la norma del Testo unico (dlgs 267/2000) che fissa il livello di indebitamento al 15% delle entrate. Confermata anche la proroga per il triennio 2011-2013 della possibilità di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente. Rispetto alle prime anticipazioni sulla misura (si veda ItaliaOggi del 28/10/2010) che prevedeva percentuali variabili nel triennio (25% nel 2011, 20% nel 2012 e 15% nel 2013) il ministero dell’economia ha deciso di fare dietrofront. E di riproporre lo stesso meccanismo, in vigore fino a fine anno, fissato dalla Finanziaria 2008 (legge 244/2007) che prevede la possibilità di utilizzare gli oneri di urbanizzazione al 50% per le spese correnti e al 25% per le spese di manutenzione ordinaria del verde e delle strade. Intanto, per far quadrare il cerchio del ddl di stabilità Giulio Tremonti dovrà reperire risorse aggiuntive per due miliardi. Le coperture illustrate ieri dal ministro dell’economia in commissione bilancio della camera ammontano a cinque miliardi mentre ci sono esigenze pari a sette miliardi. Spetterà quindi a Marco Milanese (Pdl), relatore al provvedimento, tentare l’opera di mediazione tra i desideri dei capigruppo e il maxiemendamento in preparazione nelle stanze di via XX settembre. Per Antonino Lopresti (Fli) si punterà a trovare una soluzione per i fondi all’università e alla ricerca e si cercherà di aprire delle linee di finanziamento agli alluvionati. Nei numeri del maxi emendamento, secondo Italo Bocchino, capogruppo Fli alla camera, anche 1,5 miliardi per rifinanziare gli ammortizzatori sociali e 800 milioni per le missioni internazionali di pace.Resta dunque, opaco il capitolo delle coperture. Due o tre miliardi dovrebbero arrivare dalla messa all’asta delle frequenze televisive liberate con il passaggio al digitale terrestre. Un altro miliardo verrà dal gioco d’azzardo. Per finanziare i 7 miliardi Tremonti potrà anche attingere in tutto o in parte anche al Fondo per interventi strutturali di politica economica, che la manovra di luglio (articolo 55) ha rimpinguato di circa 1,75 miliardi per il 2011. In base al calendario attuale dei lavori la commissione bilancio ha tempo fino a giovedì per ultimare l’esame della legge di stabilità. Non si può escludere tuttavia un allungamento dei tempi a venerdì e lunedì, dal momento che l’approdo in aula è in agenda per martedì 16 novembre.

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