Non tutti i pagamenti delle aziende con commesse pubbliche dovranno essere effettuati tramite i conti correnti dedicati, ma considerando le difficoltà di selezione delle transazioni obbligate alla nuova tracciabilità, non si esclude che molti sceglieranno di considerare dedicati tutti i conti correnti aziendali. Non è necessario che per ogni “commessa pubblica” (appalto, subappalto, lavoro, servizio o fornitura) sia aperto un conto corrente dedicato, ma può esserne utilizzato anche uno solo per tutti i contratti in essere. Gli estremi identificativi dei conti bancari o postali dedicati, oltre che le generalità e il codice fiscale delle persone delegate a utilizzarli, devono essere comunicati all’appaltante, entro sette giorni dalla loro accensione. In generale, «tutti i movimenti finanziari» (entrate e uscite) relativi alle commesse e ai finanziamenti pubblici «devono essere registrati sui conti correnti dedicati» e «devono essere effettuati esclusivamente tramite lo strumento del bonifico bancario o postale», il quale deve riportare il codice unico di progetto (Cup) del relativo investimento pubblico. Per le imprese interessate all’appalto, devono essere «eseguiti tramite conto corrente dedicato» anche i pagamenti dei dipendenti, dei consulenti e dei fornitori di beni e servizi “rientranti tra le spese generali” (o per acquistare immobilizzazioni tecniche), a prescindere dal fatto che siano riferiti o meno a commesse pubbliche. In questi casi, però, non è necessario effettuare un bonifico con l’indicazione del Cup, ma è possibile utilizzare altri metodi di pagamento, quali le ricevute bancarie, i Rid, gli assegni bancari, il pos, purché registrati nel conto dedicato. Non è possibile effettuare i pagamenti in contanti. Anche se un soggetto è obbligato alla tracciabilità delle transazioni per le commesse pubbliche (conto dedicato e bonifico con Cup), può pagare «con strumenti diversi dal bonifico bancario o postale» e senza addebitare gli importi nel conto corrente dedicato, gli enti previdenziali, assicurativi e istituzionali, i tributi (per esempio, tramite F23 o F24) o i gestori e i fornitori di pubblici servizi (per esempio, tramite Rid, Riba o carta di credito, ma non con contante). In questo caso, è obbligato a documentare la spesa effettuata, ma non deve obbligatoriamente utilizzare il conto corrente dedicato, in quanto questa regole generale riguarda «tutti i movimenti finanziari relativi ai lavori, ai servizi e alle forniture pubbliche». Se viene utilizzato il conto dedicato per pagare spese generali, non legate alle commesse pubbliche, non vi sono problemi se, successivamente, il conto viene reintegrato mediante bonifico bancario o postale. Si ha libertà di scelta del conto corrente di addebito e di modalità di pagamento, anche per pagare le spese giornaliere, di importo inferiore o uguale a 500 euro, a patto che non venga utilizzato il contante e venga documentata la spesa.
Tutte le spese sul conto ad hoc
Controllo a 360 gradi. Anche per gli stipendi del personale
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