Torna la tassa sulle disgrazie. La Commissione affari costituzionali del Senato ha infatti approvato nella giornata di ieri un emendamento bipartisan al decreto semplificazioni (il n. 5 del 2012, che in serata è stato licenziato e da oggi è all’esame dell’aula di palazzo Madama) che ripristina l’automatismo del fondo imprevisti e quindi l’obbligo per le regioni di aumentare le accise sui carburanti se prelevano risorse dal fondo in seguito a calamità naturali. Il governo ha anche cambiato l’emendamento sulla cosiddetta norma Telecom sull’ultimo miglio della telefonia fissa. Le richieste bipartisan presentate da uno schieramento trasversale hanno portato ad una soluzione di compromesso e la commissione ha approvato il testo all’unanimità. Nel testo dell’emendamento approvato si legge che al fine di favorire la concorrenza nel mercato delle telecomunicazioni, “l’Autorità garante per le garanzie nelle comunicazioni, entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore” del decreto semplificazioni “individua le misure idonee” volte ad assicurare due obiettivi: “assicurare l’offerta disaggregata dei prezzi relativi all’accesso all’ingrosso alla rete fissa e ai servizi accessori, in modo che il prezzo del servizio di accesso all’ingrosso alla rete fissa indichi separatamente il costo della prestazione dell’affitto della linea e il costo delle attività accessorie, quali il servizio di attivazione della linea stessa e il servizio di manutenzione correttiva” e “rendere possibile, per gli operatori richiedenti, acquisire tali servizi anche da imprese terze operanti in regime di concorrenza sotto la vigilanza e secondo le modalità indicate dall’Autorità medesima, assicurando comunque il mantenimento della sicurezza della rete”. La versione della Camera prevedeva che i costi per l’accesso all’ingrosso alla rete fissa dovessero essere disaggregati dal costo del servizio di attivazione della linea stessa e del servizio di manutenzione e che alle imprese terze (rispetto all’operatore dominante, cioè Telecom) dovesse essere garantita la possibilità di vendere agli operatori i servizi accessori. Nell’emendamento dell’esecutivo, prima formulazione, si dava all’Agcom il compito in 120 giorni di individuare “le misure atte ad assicurare l’offerta disaggregata dei prezzi” attraverso un’analisi di mercato e si cancellava la “garanzia” della possibilità di acquisto da parte degli operatori telefonici dei servizi accessori per l’ultimo miglio della rete fissa da aziende terze rispetto all’operatore dominante. “Abbiamo tenuto conto di tutte le proposte parlamentari. È stato molto difficile trovare un punto di equilibrio perché era una situazione molto complessa anche per tutti gli interventi dei soggetti interessati”, ha commentato il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi. Il quale, a chi domandava se si riteneva soddisfatto del sì all’unanimità, ha risposto che è “sempre meglio un voto all’unanimità che un voto contrario”. “È una soluzione equilibrata accettata da tutti”, afferma Vincenzo Vita (Pd), uno dei firmatari dei subemendamenti al testo presentato dal governo. Vita precisa che con la nuova norma “si fa salvo il principio che sia l’Agicom a occuparsene, ma si danno all’Autorità indirizzi precisi”. Per quanto riguarda invece la tassa sulle disgrazie, la commissione Affari costituzionali, ha spiegato il presidente Carlo Vizzini, si è adeguata al parere della commissione Bilancio che ha bocciato la norma introdotta alla Camera poiché, ha riferito il presidente della Bilancio Antonio Azzollini, il venir meno dell’automatismo avrebbe svuotato il fondo creando poi problemi di finanza pubblica. L’emendamento approvato quasi all’unanimità (un solo astenuto) è firmato da Filippo Saltamartini (Pdl), Marina Magistrelli (Pd), Francesco Casoli (Pdl), Silvana Amati (Pd), Salvatore Piscitelli (Cn), Luciana Sbarbati (Udc). Negativa la reazione dell’Italia dei valori. “È inaccettabile l’approvazione, da parte della Commissione affari costituzionali, dell’emendamento presentato dalla strana maggioranza di Governo per reintrodurre la tassa sulle disgrazie. A causa di questa misura iniqua e vessatoria i cittadini colpiti da calamità naturali saranno cornuti e mazziati”, afferma il presidente dei senatori Idv, Felice Belisario. “Dopo l’intervento della Corte costituzionale – aggiunge – la Camera aveva abrogato questa norma, ma Governo e maggioranza hanno voluto confermare, con cinismo e arroganza, non solo l’indifferenza verso le sofferenze dei cittadini, ma anche l’assoluta mancanza di buon senso. È scandaloso pensare di tartassare con un nuovo aumento delle accise chi è vittima di eventi calamitosi, viene meno lo stesso principio per cui è lo Stato che deve farsi carico del dovere di solidarietà nei confronti dei territori colpiti”.
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