Titoli di stato per pagare i vecchi debiti della Pa

Il Sole 24 Ore
20 Gennaio 2012
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Incontri fino a tarda sera sia a livello tecnico che politico. Diversi nodi da sciogliere, nuovi articoli aggiunti alla bozza e comma modificati. Il cantiere del decreto liberalizzazioni si è ormai chiuso, anche se nel consiglio dei ministri di stamattina potrebbero esserci ancora delle sorprese su alcuni punti contesi. Al Cdm si discuterà anche del decreto semplificazioni coordinato dal ministro Patroni Griffi, del decreto infrastrutture e di un pacchetto di misure salva-infrazioni Ue che alla fine potrebbero confluire nel Dl liberalizzazioni.
Si tratta di una quindicina di norme tra le quali figura anche il pagamento in titoli di Stato alle imprese che vantano crediti verso le pubbliche amministrazioni, passibili inoltre di sanzioni in caso di futuri ritardi. Non tutti i provvedimenti in esame, comunque, potrebbero essere approvati oggi e in particolare per il Dl semplificazioni si prospetterebbe un rinvio alla prossima settimana.

Pagamenti della Pa
I crediti delle imprese vantati con la Pa fino al 31 dicembre 2011 saranno liquidati, su richiesta del creditore, in titoli di Stato. Per quelli futuri, invece, scatterà la tagliola degli interessi maggiorati: la Pa dovrà pagare in 60 giorni, pena un interesse di mora pari al tasso di riferimento maggiorato del 7-8%. È quanto prevede una delle quindici disposizioni che, superati gli ultimi riscontri della Ragioneria, costituiranno il pacchetto ‘salva-infrazioni’. Si tratta di una serie di misure ad hoc per evitare una serie di contrasti aperti da Bruxelles. Non solo. Per dare un segnale concreto alla Commissione Ue, nel consiglio dei ministri di oggi arriverà fuori sacco anche la Comunitaria 2012, mentre quella per il 2011 è già destinata all’esame dell’Aula la prossima settimana.
Per le caratteristiche dei titoli di Stato con cui si potranno estinguere i debiti pregressi della Pa si dovrà attendere un Dm dell’Economia e comunque sia le assegnazioni non saranno calcolate nei limiti delle emissioni nette. Tra le misure salva infrazione anche l’aumento dello 0,5% del contributo calcolato sulle spese di marketing per i dispositivi medici, nonché la disciplina dei diritti aeroportuali. Tra le novità fiscali, sempre in attesa di un via libera definitivo della Ragioneria, anche l’applicazione del regime ordinario di deducibilità degli interessi passivi per le società a prevalente capitale pubblico di fornitura di acqua, energia e servizi di smaltimento. Infine le società che fruiscono dei fondi di venture capital dovranno avere sede operativa in Italia e le quote dovranno essere detenute, in via prevalente, da persone fisiche. Sul fronte Iva viene resa possibile al contribuente accertato per mancata emissione di una fattura di rivalersi sul cessionario o committente a condizione che abbia già versato all’Erario imposta, sanzioni e interessi.

Liberalizzazioni
Ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà ha incontrato delegazioni del Pdl e del Terzo Polo, suscitando la reazione irritata del Pd che non si è recato a Palazzo Chigi e chiede conto della natura delle ultime consultazioni. Timore di un depotenziamento di alcune misure: sarebbe stata attenuata, ad esempio, quella sul mercato del gas. Esponenti del governo, inoltre, si sarebbero confrontati fino all’ultimo con alcune categorie, non solo i taxi. Restano molte polemiche sulla benzina il cui pacchetto è uscito ridimensionato rispetto alle prime bozze. I gestori dei carburanti aderenti a Faib-Confesercenti e Fegica-Cisl hanno preannunciato 10 giorni di sciopero.

Agenda digitale
Non solo la separazione della rete gas e quella delle ferrovie (frizioni tra Passera e Catricalà), l’articolo 18 (il muro sollevato dalla Fornero) e le professioni (la frenata dal ministro Severino). Anche l’Agenda digitale avrebbe rappresentato in queste ore un terreno di scontro, con divergenze tra il ministro della Ricerca Francesco Profumo e quello dello Sviluppo economico sul coordinamento della cabina di regia per il programma che dovrà traghettare l’Italia verso gli obiettivi di diffusione della banda larga prefissati a livello Ue. Lo Sviluppo economico, anche sull’onda di una recente segnalazione dell’Authority tlc, ha proposto la costituzione di una cabina di regia presieduta da Passera. Il ministero della Ricerca rivendica invece la guida dell’Agenda digitale ricordando che con il governo Monti il Dipartimento Innovazione è passato dal ministero della Funzione Pubblica proprio al Miur. Il compromesso che si profilerebbe è la costituzione di una cabina di regia mista o, in alternativa (proposta dello Sviluppo economico), la nomina di un ‘Mister Agenda digitale’ in linea con la figura del commissario Ue Neelie Kroes.

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