Un tavolo tecnico Governo-Regioni per “rimodulare” i ticket sanitari, sia quelli già scattati per effetto della manovra sia quelli previsti per il 2014. È quanto deciso ieri nel corso nell’incontro tra gli assessori regionali alla salute e il Ministro della salute Ferruccio Fazio. “Sia chiaro – ha detto Fazio al termine dell’incontro – che questo non è un nuovo ticket, ma un non rifinanziamento di una legge dello Stato del 2007 che per l’appunto prevedeva i ticket. Ora si apre un tavolo con le Regioni per rimodulare i ticket, perché non siano per così dire ‘lineari’ ma modulati per fasce di spesa, cioè il modello lombardo, oppure meglio sul concetto di appropriatezza. L’ideale sarebbe garantire anche ai non esenti le prestazioni urgenti e ‘colpire’ le prestazioni inappropriate per ridurle, una sorta di tassa di scopo. Questo vale anche per i ricoveri inappropriati”. Per esempio, ha spiegato il ministro, “una risonanza magnetica al ginocchio in un soggetto con artrosi non è strettamente necessaria: è lì che bisogna lavorare. Facendo un indice di appropriatezza possiamo applicare i ticket sulle prestazioni inappropriate salvaguardando quelle essenziali”. In ogni caso, ha ricordato Fazio, “la prima versione della manovra prevedeva i ticket solo dal 2012, poi è stato tolto anche il finanziamento per l’ultimo semestre il giorno del crollo dei mercati e le richieste delle autorità internazionali di spalmare la manovra non solo sugli anni futuri ma anche sul 2011. Si è messa in campo un’economia d’emergenza. Ma vorrei chiarire che gran parte delle procedure diagnostiche sono per cure odontoiatriche e prevenzione, non sono urgenti. Per questo è molto importante rimodulare i ticket per garantire anche ai non esenti almeno le prestazioni urgenti”. Fazio ha anche fornito alcuni numeri. Quasi la metà dei cittadini italiani è esentata dal pagamento dei ticket, per un totale del 61% delle ricette per prestazioni ambulatoriali. Per l’esattezza, ha spiegato, “il 46 per cento della popolazione è esente. Di questi il 31 per cento è esente per censo, il 15 per cento per malattia, il 15 per invalidità”. Questo 46 per cento “produce il 61 per cento delle ricette, in quanto essendo spesso malati cronici ciascuno ne produce più di una”. Intanto dalle singole amministrazioni arrivano le opzioni di scelta. Un “contributo di solidarietà” dai redditi alti per evitare di introdurre il pagamento del ticket è una delle misure allo studio della Regione Toscana, come ha annunciato Enrico Rossi, presidente della Regione aggiungendo: “Stiamo studiando una manovra sui ticket qualificata come contributo solidarietà da quel pezzo di società toscana che è più ricco. Pensiamo che saremo capiti”. Secondo Rossi, non introducendo i ticket, “andremo a perdere 60 milioni, ma per noi la specialistica è un punto di eccellenza, importante del sistema assistenziale e vogliamo mantenerla nel pubblico, garantendo un accesso a costi contenuti”. Sulla manovra, ha detto ancora il governatore, “i conti che abbiamo sono drammatici. Il peso della manovra ricade sul taglio dei servizi e sul taglio della sanità. Sono cifre insostenibili se non ricorrendo a tagli e chiusure di servizi. Solo per la sanità, per noi, ci sarebbe un taglio di 450 milioni che in 2 anni non si recupererebbero nemmeno con le migliori invenzioni”. “Stiamo lavorando perché l’aumento del ticket sanitario non ci sia, la nostra è un’economia molto debole e non possiamo aggravare in maniera indiscriminata le spese sui cittadini con questo piccolo ulteriore salasso che non possono sostenere. L’aumento del ticket imposto dalla manovra del Governo nazionale è veramente molto pesante e stiamo realizzando una manovra che dovrebbe essere presentata e approvata entro la fine di questo mese, e contiamo di ricavare risorse alternative”. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo a Palazzo d’Orleans. Altrove gli amministratori promettono battaglia: l’impugnazione innanzi alla Corte costituzionale della manovra finanziaria del Governo per quella parte che riguarda gli aspetti sanitari legati all’applicazione di una quota fissa di 10 euro per ricetta, in aggiunta ai ticket precedentemente in vigore, e di una quota di 25 euro per prestazioni di pronto soccorso qualificate come codice bianco è stata decisa ieri in un incontro cui, assieme al presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, hanno partecipato gli assessori alla salute, Vladimir Kosic, e alle Finanze, Sandra Savino, accompagnati dal direttore della sanità Paolo Basaglia e dal ragioniere generale Antonella Manca, e sarà formalizzata nella prossima riunione della giunta regionale, in programma domani.
Ticket sanitari modulari
Governo e Regioni concordi nel garantire un’applicazione graduata in base alle esigenze del paziente e alla necessità: modello lombardo come riferimento. In Friuli si prepara il ricorso alla Consulta
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