Messa in sicurezza post-terremoto e prevenzione: due temi interconnessi che in questi giorni difficili sono stati ampiamente approfonditi da un’ampia mole di addetti ai lavori. Segnaliamo le fresche proposte dell’ANCE (Associazione Costruttori) in materia, le prime idee strutturate e con un supporto di numeri aggiornati, anche alla luce del prossimo piano di prevenzione a lungo termine “Casa Italia”, annunciato dal premier Renzi nelle ore successive al terremoto:
– detrazione fiscale al 100% per il costo della diagnosi statica (obbligatoria) di edifici, pubblici e privati, nelle aree a maggior rischio sismico (zone 1 e 2);
– “Sismabonus” 65% per singoli e condomìni “potenziato” da due elementi nuovi: una miscellanea di sostegni e contributi (obiettivo affrontare il forte esborso iniziale) connesso ad un periodo inferiore agli attuali dieci anni per recuperare la detrazione.
L’ANCE, sta calcolando esattamente anche il perimetro prioritario di intervento, che globalmente riguarda oltre 5,7 milioni di edifici, tra pubblici e privati, residenziali e non. Di questo insieme, il 90% sono case: 914mila edifici residenziali nei 705 comuni in zona 1 (massimo rischio sismico) e 4,2 milioni di edifici nei 2.202 comuni in zona 2.
L’obiettivo complessivo di tale piano è quello della messa in sicurezza delle costruzioni in zona 1 entro il termine massimo di 10 anni, mentre per la messa in sicurezza degli edifici in zona 2 si definisce il termine di 20 anni. L’inadempienza può essere sanzionata con il divieto di trasferimento dell’immobile, mentre per gli edifici commerciali a rischio, i costruttori suggeriscono in tale circostanza la perdita dell’agibilità.
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