I consumatori preparano una class action sulla tassa telefonini. Intanto si susseguono le pronunce della Ctr Veneto in favore dei contribuenti: altre quattro sentenze, infatti, hanno nuovamente bocciato le pretese dell’amministrazione finanziaria, confermando i primi due verdetti già emessi dalla commissione di secondo grado (si veda, da ultimo, ItaliaOggi del 28 gennaio scorso). Si tratta delle pronunce n. 5/25/11, n. 6/25/11, n. 34/4/11 e n. 35/4/11, che hanno dato ragione ai comuni, difesi dallo Studio Mazzaro di Padova. In due casi, l’ufficio è stato condannato anche alle spese. La giurisprudenza di merito in primo grado ha visto i ricorrenti prevalere in oltre il 95% dei contenziosi (oltre 80), mentre in appello la Ctr Veneto non si è limitata a confermare le ragioni dei comuni, ma ha anche dichiarato l’illegittimità «tout court» della tassa, aprendo quindi alla possibilità di rimborso anche per i privati. Sulla base di ciò, l’Adoc ha lanciato una campagna per la restituzione della tassa di concessione governativa sui cellulari, versata in questi anni dagli utenti titolari di abbonamenti privati e business. L’associazione guidata dal presidente Carlo Pileri ha messo a disposizione dei consumatori una lettera di diffida per richiedere il rimborso di quanto versato negli ultimi tre anni, calcolando per i contratti privati 5,16 euro al mese moltiplicato per 36 mesi (per un massimo di 185,76 euro), e per i contratti business 12,91 euro al mese per lo stesso periodo (per un massimo di 464,76 euro). La diffida, informa una nota, deve essere inviata alla propria compagnia telefonica presso la sede legale a mezzo raccomandata A/R, e per conoscenza all’Adoc anche via fax o posta elettronica, allegando copia delle fatture e delle ricevute di pagamento.
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