Tassa sugli immigrati, marcia indietro

I ministri Cancellieri e Riccardi annunciano un ripensamento sul contributo da 80 a 200 euro per i permessi di soggiorno. Ok dal Pd, Lega in rivolta. Possibile la rimodulazione in base a reddito e figli

5 Gennaio 2012
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Il Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, e il ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, “hanno deciso di avviare una approfondita riflessione e attenta valutazione sul contributo per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno degli immigrati regolarmente presenti in Italia, previsto da un decreto del 6 ottobre 2011 che entrerà in vigore a fine gennaio”. Lo ha comunicato ieri in una nota il Viminale. In particolare, si legge nella nota, “in un momento di crisi che colpisce non solo gli italiani ma anche i lavoratori stranieri presenti nel nostro Paese, c’è da verificare se la sua applicazione possa essere modulata rispetto al reddito del lavoratore straniero e alla composizione del suo nucleo familiare”. Ricordiamo che il contributo previsto in un decreto dell’ottobre 2011 a firma Tremonti-Maroni varia dagli 80 ai 200 euro in base al periodo di permanenza. Immediata la reazione della Lega. “Vigileremo affinché il governo Monti non elimini il contributo richiesto ai richiedenti il permesso di soggiorno, un contributo dovuto vista la mole di lavoro amministrativo che la pubblica amministrazione deve fare per rilasciare il titolo di soggiorno o per rinnovarlo”, dichiara il vicepresidente dei senatori della Lega Nord Sandro Mazzatorta. “In altri paesi sia europei che extraeuropei il contributo richiesto agli extracomunitari per il rilascio dei permessi di soggiorno è ben superiore al contributo richiesto in forza del decreto del ministro Tremonti e del ministro Maroni”, ha assicurato. In Francia, per esempio, “il rilascio di un permesso di soggiorno per lavoro costa all’extracomunitario oltre 1600 euro”. “Se il governo Monti modificasse questa norma calerebbe definitivamente la maschera sulla volontà tutta politica di ribaltare i risultati in tema di politiche sull’immigrazione raggiunti dal governo scelto dagli elettori nel 2008”, prosegue Mazzatorta, “e la nostra reazione sarebbe adeguata”. “Così come avevamo detto durante la nostra battaglia parlamentare, si tratta di una tassa odiosa, frutto di una mania di persecuzione nei confronti degli immigrati”, commenta Livia Turco, responsabile Forum immigrazione del Pd. “Apprezziamo la volontà dei ministri Cancellieri e Riccardi di riconsiderare quella odiosa tassa – prosegue Turco – ma ribadiamo che l’unica soluzione veramente equa sarebbe la sua abolizione in modo da far pagare agli immigrati quello che pagano gli italiani per il disbrigo delle normali pratiche burocratiche”. “Grande preoccupazione e forte dissenso per l’aumento dei costi per il rinnovo dei permessi di soggiorno” viene poi espressa dal presidente dell’Inca-Cgil, Morena Piccinini. Per la presidente del patronato della Cgil “il provvedimento che istituisce il contributo, sopravvissuto al cambio di governo, aumenta in misura esponenziale i costi che sostengono i lavoratori stranieri e le loro famiglie che già contribuiscono con il loro lavoro, le imposte e i contributi al fabbisogno economico del paese”. Secondo Piccinini “l’incremento di quanto dovuto per i permessi è la continuazione di un processo di produzione di ingiuste vessazioni nei confronti dei lavoratori migranti che ha origine nel precedente governo. Vi si aggiunge ora la beffa, tramite il finanziamento del fondo rimpatri, di far ricadere su chi è in regola i costi della lotta alla immigrazione irregolare. Altrettanto incredibile – prosegue – è l’intenzione di alimentare con queste risorse la macchina amministrativa: questa non è mai stata messa, intenzionalmente, nelle condizioni di essere efficiente per il rispetto dei tempi previsti dalle normative per il rilascio e rinnovo dei documenti utili al soggiorno e al lavoro in Italia”. L’intero processo che regola l’ingresso e l’avvio al lavoro degli stranieri in Italia “necessita di una profonda manutenzione per renderlo coerente con il fenomeno delle migrazioni ormai strutturale nella nostra epoca”. La presidenza dell’Inca auspica che “si arrivi presto ad una modifica del provvedimento e chiede al ministro dell’Interno e al ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione che si attivino per un incontro con le parti sociali e con i patronati sulle tematiche delle procedure di ingresso e della integrazione dei cittadini stranieri”.

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