Tagli rimodulabili con il federalismo

Possibile via d’uscita nel confronto con le regioni: trattativa rinviata ai decreti d’autunno

Il Sole 24 Ore
13 Luglio 2010
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ROMA – Anche per le regioni le strade del federalismo e della manovra potrebbero incrociarsi. Dinanzi alla promessa concreta di rivedere più avanti la “sforbiciata” i governatori potrebbero seguire l’esempio di comuni e province, che hanno rimandato all’arrivo dei decreti attuativi sull’autonomia finanziaria la rimodulazione dei tagli imposti dal dl 78. Resta da capire se il rinvio sarà formalizzato nel maxiemendamento del relatore atteso oggi o verrà affidato a contatti politici. Al momento l’ipotesi più concreta sembra la seconda. Sfruttando la possibilità concessa in manovra di spalmare i tagli a saldi invariati, l’esecutivo potrebbe rimandare a settembre il confronto vero e proprio sui numeri finali. In coincidenza con l’avvio del confronto sul decreto riguardante l’assetto della futura finanza regionale. Di segnali in questo senso ce n’è già stato più d’uno. Da ambo le parti. Domenica il ministro delle Riforme Umberto Bossi ha parlato di un miliardo in meno di tagli sui 10 preventivati per le regioni mentre il suo collega della Semplificazione Roberto Calderoli ha rivelato che lo “sconto” poteva essere addirittura di due. Segnali che i governatori hanno colto. Tant’è che uno dei più bat-taglieri, Roberto Formigoni, ha rilanciato: «I tempi stringono, ma fino a che ci saranno spazi di tempo continuerò a lavorare insieme a tutti i miei colleghi, presidenti di regione e al presidente del Consiglio per trovare una soluzione». Concetti analoghi sono stati espressi dalla laziale Renata Polverini che si è dichiarata «fiduciosa». Sul presunto “sconto” si è pronunciato anche il presidente dei governatori Vasco Errani: «A me, alle regioni, non è stata fatta alcuna proposta. Se ci sono proposte concrete, benissimo. Si mettano sul tavolo. È quello che noi chiediamo». Errani ha il compito non facile di mantenere compatto il gruppo dopo le ripetute fughe in avanti dei presidenti leghisti di Piemonte e Veneto, Roberto Cota e Luca Zaia, che hanno detto di non voler restituire le deleghe a differenza degli altri governatori. In un comunicato domenica Errani ha ribadito come la posizione tenuta sin qui sia stata ferma e unitaria. Allo stesso modo Vito De Filippo (Basilicata) ha fatto notare come ogni documento è stato approvato «all’unanimità». La controprova si avrà durante la conferenza convocata per domani pomeriggio quando ogni territorio presenterà un dossier con la quantificazione dei servizi ai cittadini messi a repentaglio dalla manovra.

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