«Le nostre forze sono limitate, e per ora abbiamo preferito concentrarci sui tributi locali, che danno un frutto immediato». Vito Santarsiero è sindaco di Potenza: come molti Comuni del Mezzogiorno, il capoluogo lucano non è ancora sceso in campo nella lotta all’evasione dei tributi statali. È una decisione definitiva? No, e in prospettiva ci impegneremo anche su questo fronte, ma il percorso è lungo e ci servirebbero strumenti e risorse che oggi non abbiamo; tanto più in un federalismo fiscale che al momento non lascia nessuna reale autonomia ai sindaci, si limita a ritoccare il modello di redistribuzione della spesa storica, e quindi ripropone i problemi di sempre. Per esempio? La scarsità di risorse umane e strumentali. Essendo in difficoltà e dovendo necessariamente selezionare le attività su cui puntare, è ovvio investire sulla lotta all’evasione dei tributi locali, perché i risultati sono immediati e finiscono tutti direttamente ad alimentare le casse comunali. Sull’anti-evasione statale, invece, almeno per il momento, c’è stata più enfasi che incentivi concreti: finora, di fatto, l’incentivo non c’è stato, e senza questo elemento decisivo è difficile per un Comune investire su un progetto complesso come questo. Al di là del nodo del personale, che cosa manca secondo lei? Ci vuole un modello organizzativo che renda i Comuni in grado di affrontare davvero questa sfida. La manovra estiva dell’anno scorso, invece, ha reintrodotto i consigli tributari, seguendo un approccio burocratico che già è fallito in passato.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento