La Rgs, in una nota consegnata in commissione, ribadisce «i profili di indubbia onerosità per la finanza pubblica» della norma che dà attuazione alla direttiva europea. Nella nota si rileva che l’introduzione dei termini previsti dalle norme Ue, «in assenza di un contestuale adeguamento delle vigenti procedure di pagamento in ambito pubblico (peraltro non scevro da oneri finanziari) e stante la situazione di forte ritardo nelle erogazioni, darebbe luogo al conseguente addebito di interessi moratori a carico dell’erario, non quantificabili ex ante e privi della relativa copertura, con grave pregiudizio per gli equilibri di finanza pubblica».
La Ragioneria aggiunge poi che, in attesa dell’attuazione della direttiva, potranno «essere introdotte le necessarie modifiche normative e amministrative, reperendo le necessarie risorse, volte al graduale smaltimento dei debiti pregressi (al fine di evitare conseguenze negative sul fabbisogno e quindi sul debito), all’accelerazione dei pagamenti e all’uso generalizzato dei sistemi automatizzati» che consentiranno di effettuare i pagamenti entro i termini previsti dalla direttiva europea senza far quindi scattare «sanzioni e penalità finanziarie».
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