Corsa contro il tempo per completare la ricognizione dei debiti della Pubblica amministrazione. È scaduto ieri il termine fissato dal decreto “sblocca pagamenti” (Dl 35 dell’8 aprile 2013) per la comunicazione completa dei debiti certi, liquidi ed esigibili, maturati alla data del 31 dicembre 2012, e non ancora estinti.
C’era tempo fino alle 24 di ieri, ma dalle prime indicazioni emerge che diverse amministrazioni, soprattutto tra Regioni ed enti locali, sarebbero in ritardo nel comunicare i dati sulla piattaforma elettronica del Tesoro che consente la gestione telematica del rilascio delle certificazioni.
La “macchina” dei dati, monitorata costantemente dalla Ragioneria dello stato, appare comunque in movimento e al ministero dell’Economia sono fiduciosi sulla possibilità di completare il monitoraggio nell’arco di qualche giorno e comunicarne l’esito al massimo tra una o due settimane.
A quel punto si conoscerà finalmente l’ammontare dello stock di debiti commerciali non ancora estinti della Pubblica amministrazione. Un vero “buco nero” su cui ci si confronta ormai da alcuni anni senza dati certi, ma basandosi soprattutto su stime elaborate a campione dalla Banca d’Italia che viaggiavano intorno ai 90 miliardi di euro. La sensazione, nelle stanze del Tesoro, è che alla fine emergerà un dato ben più contenuto, cosa che renderebbe meno arduo l’obiettivo di smaltire tutto entro il 2014 (al 4 settembre risultavano pagati ai creditori 7,2 miliardi e nei prossimi giorni arriverà il dato aggiornato).
Va anche detto che la comunicazione dei debiti è particolarmente attesa dalle imprese, in quanto essa equivale a certificazione del credito, e che lo stesso Dl 35 stabilisce che il mancato adempimento da parte delle Pa rileva ai fini della misurazione e della valutazione della performance individuale dei dirigenti responsabili e comporta responsabilità dirigenziale e disciplinare.
Il decreto 35 stabiliva l’obbligo di comunicare «l’elenco completo» dei debiti. In realtà il meccanismo messo a punto sulla piattaforma elettronica prevede che ciascun creditore registrato abbia accesso esclusivamente alla propria situazione creditoria (inoltre l’ente debitore può rendere visibile ai creditori una bozza della comunicazione, prima della pubblicazione definitiva, per eventuali correzioni o integrazioni).
Ad ogni modo, in assenza di un elenco pubblico onnicomprensivo, il singolo imprenditore o professionista che non vedrà comparire i suoi dati potrebbe ritrovarsi nel dubbio non sapendo se la sua fattura non rientra tra i debiti comunicati dall’amministrazione di riferimento o se semplicemente quest’ultima non ha ancora caricato alcun dato sulla piattaforma.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento