Per il servizio taxi si impone la rimozione delle restrizioni alla multitolarità delle licenze e l’assegnazione gratuita di nuove autorizzazioni di esercizio. Mentre sulle farmacie, l’Autorità della concorrenza e del mercato raccomanda la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C, l’ampliamento delle piante organiche, nonché l’estensione della multi-titolarità. Insomma, sembra quasi che l’annuale comunicazione che il Garante antitrust ha presentato alle istituzioni non possa proprio prescindere dalle scelte che il governo ha fatto e cercato di fare nel corso dell’anno appena trascorso. Quasi un invito a raggiungere l’obiettivo che da più di cinque anni si sta tentando di perseguire, ma che in sede di conversione dei vari dl, viene costantemente stoppato.
Taxi. Il nodo concorrenziale principale per tale servizio, afferma la relazione, «riguarda le restrizioni dell’offerta ancor più che le tariffe e interessa, in particolare, alcune grandi città (Milano, Roma, Napoli, Firenze ecc.) dove il rapporto tra licenze e abitanti risulta nettamente inferiore a quello delle principali città europee di dimensioni analoghe. L’aumento del numero delle licenze e una più flessibile gestione dei turni possono sicuramente offrire una prima risposta alle carenze del servizio che si registrano ancora, soprattutto negli orari caratterizzati da alta domanda. In prospettiva, tuttavia, vanno rimossi anche gli ostacoli normativi che impediscono di cogliere appieno i vantaggi derivanti dalle economie di scala, sia dal lato della domanda che dal lato dell’offerta. In particolare, non sembrano trovare alcuna giustificazione di efficienza economica le restrizioni prevista dalla normativa vigente al numero delle licenze (un massimo di quattro) la cui titolarità può essere attribuita a un unico soggetto. L’ampliamento del numero delle licenze ovvero la loro liberalizzazione si scontra, come noto, con le resistenze della categoria, particolarmente tenaci». «I meccanismi di compensazione, osserva ancora il Garante, costituiscono la via maestra per attenuare tali resistenze. In particolare, l’Autorità ritiene meritevole di attenzione la possibilità di assegnare gratuitamente agli attuali titolari una seconda licenza che potrebbe essere utilizzata o venduta, consentendo in quest’ultimo caso il recupero della perdita di valore della licenza originaria. I consumatori, comunque, beneficerebbero del raddoppio del numero delle licenze». Peraltro, osserva ancora l’Antitrust «le ragioni alla base delle resistenze potrebbero essere ulteriormente indebolite laddove le misure di liberalizzazione operino ad ampio raggio e non si concentrino soltanto su alcuni specifici settori (per quanto meritevoli di essere riformati), rendendo le categorie «penalizzate» anche beneficiarie delle liberalizzazioni in altri settori».
Farmaci. Per quanto riguarda la vendita dei farmaci al di fuori delle farmacie, osserva il Garante, con l’art. 32 del dl n. 201/2011, (decreto Monti) convertito con la legge 214/2011, sono stati compiuti «timidi passi in direzione di una apertura effettiva del mercato della vendita dei farmaci di fascia C». Anche se è stata rinviata ad un dm la definizione di aspetti essenziali della nuova disciplina. Ma «su tale terreno occorre procedere con maggiore incisività», in quanto, «la liberalizzazione della vendita dei farmaci [?] Otc realizzata con il dl n. 223/2006, (conv. legge 248/2006) ha prodotto risultati particolarmente interessanti sia sotto il profilo della possibilità di scelta per il consumatore (oltre 250 corner nella grande distribuzione e circa 5 mila parafarmacie) che sotto il profilo dei prezzi (sconti medi del 10 % anche nel canale delle farmacie, con punte del 30-40% nei corner della grande distribuzione. [?] Risultati più significativi potrebbero derivare anche dall’eliminazione delle restrizioni all’apertura delle nuove farmacie (restrizioni numeriche e obblighi di distanza minima) e al cumulo delle licenze (detenibili al massimo 4). Queste infatti, secondo l’Antitrust, sono misure del tutto inadeguate ai fini di una razionale distribuzione degli esercizi, perché l’obiettivo di un efficiente servizio, secondo il Garante, può essere più efficacemente conseguito attraverso la previsione di un numero minimo, anziché massimo, di farmacie. Inoltre, i benefici derivanti dalla possibilità di gestire «catene» di farmacie, soprattutto in termini di economie di scala dal lato della domanda, si rifletterebbero in larga parte e fin da subito a favore dei consumatori in termini di prezzi più bassi e finirebbe per riflettersi positivamente anche sulla spesa farmaceutica a carico del sistema sanitario nazionale.
Tutela consumatori. Particolare attenzione è stata posta dal garante a tutela del consumatore, proponendo anche modifiche al vigente codice del consumo. Ad esempio, viene proposto che siano rese esplicite tutte le condizioni economiche di erogazione dei finanziamenti nelle diverse proposte negoziali.
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