Il tandem Monti-Passera punterà dritto a una cura di nuove infrastrutture, liberalizzazioni, interventi per facilitare la nascita delle imprese e il loro sviluppo dimensionale. È il perimetro ampio dell’azione del nuovo ministero dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture. Monti conferma che il Governo userà l’opportunità della legge annuale per la concorrenza, strumento previsto dalla legge sviluppo del 2009 ma mai attuato dal precedente Governo. Potrebbe essere il veicolo perfetto per un intervento a vasto raggio che vada ad aprire i settori protetti e consenta ai giovani un accesso più facile al mercato del lavoro. L’esecutivo pensa inoltre a potenziare gli strumenti di intervento dell’Antitrust in caso di disposizioni legislative o amministrative, statali o locali, che bloccano la concorrenza, utilizzando una misura suggerita al precedente esecutivo da Antonio Catricalà, allora presidente dell’Antitrust e ora sottosegretario a Palazzo Chigi del governo Monti. Il capitolo liberalizzazioni dovrà tenere conto anche dei servizi pubblici locali, per rafforzare gli interventi previsti dal precedente governo. Le spa locali entreranno inoltre nel piano sulle dismissioni, ma solo in una seconda fase, perché in questo caso si inizierà dal programma dell’esecutivo uscente, sia nei tempi che nelle forme. Ciò significa che si partirà con la creazione di un fondo immobiliare che dovrà collocare sul mercato i beni più appetibili della Pa. Il primo elenco di cespiti alienabili è atteso entro il 30 aprile e sarà formato da beni già in uso alle amministrazioni centrali, carceri e caserme in disuso. Il pagamento potrà avvenire anche con titoli di Stato. Per un gettito che, come messo nero su bianco nella lettera alla Ue di tre settimane fa, dovrà essere di almeno 5 miliardi l’anno per tre anni. Il rilancio delle infrastrutture resta un obiettivo prioritario. Mario Monti e il ministro Corrado Passera ripartiranno là dove avevano chiuso Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti: incentivare i capitali privati a intervenire nel finanziamento delle opere grandi e piccole. Il presidente del consiglio ha esplicitamente citato l’emendamento “Tremonti infrastrutture” alla legge di stabilità che ha cominciato a incentivare la partecipazione privata con sgravi Ires e Irap. Lo ha definito un «primo passo» e ha aggiunto che serve «una regolamentazione del project financing» con la finalità di «ridurre i rischi associati alle procedure amministrative». Il neo ministro allo Sviluppo e alle Infrastrutture e Trasporti, che ieri mattina ha incontrato prima Paolo Romani poi Altero Matteoli per il doppio passaggio di consegne, lavorerà di certo anche alla crescita dimensionale delle imprese, obiettivo al quale dovrebbe concorrere anche la delega fiscale attraverso l’Aiuto alla capitalizzazione delle imprese. L’ex numero uno di Intesa Sanpaolo ha avuto un lungo colloquio con Romani. Si è fatto il punto dei tanti dossier rimasti aperti, dalle quasi 200 vertenze aziendali degli ultimi anni al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda digitale europea. Intanto si riapre per poche ore il dossier nucleare. A creare un piccolo caso è il neo ministro all’Ambiente, Corrado Clini che prima, su Rai Radio2, parla di una tecnologia su cui riflettere ancora, a determinate condizioni, poi più tardi precisa: «Nessuna intenzione di riaprire una questione già risolta in modo chiaro con il referendum».
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