Ufficializzato il «via libera» retroattivo e a tempo allo split payment dell’Iva: l’Italia può applicare il meccanismo speciale di riscossione dell’imposta sulle forniture alle pubbliche amministrazioni, ma solo fino al 31 dicembre 2017. La decisione del Consiglio Ue, datata 14 luglio 2015, è stata pubblicata ieri sulla Guue serie L n. 217.
Entro il mese di giugno dell’anno prossimo, il nostro paese dovrà riferire alla Commissione europea sulla situazione dei rimborsi d’imposta ai fornitori interessati dal meccanismo speciale. Dopo il parere favorevole dell’esecutivo dell’Ue, è arrivato il provvedimento che dà copertura alle disposizioni di deroga alla direttiva Iva introdotte dalla legge di stabilità 2014 per fronteggiare specifici fenomeni di evasione. Il Consiglio ha ritenuto che la misura derogatoria, consistente nell’obbligo delle pubbliche amministrazioni di versare l’imposta sui loro acquisti di beni e servizi direttamente all’erario anziché ai fornitori, sia idonea allo scopo e non implichi il rischio che l’evasione si sposti verso altri settori.
Semaforo verde, quindi, sia al meccanismo speciale di riscossione, che non comporta una modifica dell’Iva dovuta, sia alla previsione dell’indicazione nella fattura della specifica annotazione. Ma soltanto temporaneamente, fino al 31 dicembre 2017: il tempo necessario affinché siano sviluppati adeguati controlli basati sui dati acquisiti attraverso la fatturazione elettronica, divenuta obbligatoria dal 31 marzo scorso nei rapporti con tutte le amministrazioni pubbliche. Il provvedimento sottolinea come l’Italia abbia assicurato che, allo scadere del termine, non chiederà il rinnovo dell’autorizzazione alla deroga.
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