Spending review fai-da-te

Ogni amministrazione potrà avere un responsabile per i tagli alla spesa pubblica. Lo prevede un emendamento al d.l. 52/2012 approvato in commissione e ora al vaglio dell’aula del Senato

1 Giugno 2012
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Ogni amministrazione potrà avere un responsabile per i tagli alla spesa pubblica: per questo incarico non sono previste indennità né costi aggiuntivi. Stop al divieto della certificazione dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese per le regioni con piani di rientro dai deficit sanitari. Per quanto riguarda i debiti che gravano sul bilancio degli enti del servizio sanitario nazionale, i commissari nominati per i piani di rientro delle regioni con disavanzo potranno certificare i crediti esigibili già conteggiati negli stessi piani. Lo prevedono alcuni emendamenti alla spending review approvati dalle commissioni Affari costituzionali a Bilancio del Senato. Il decreto 7 maggio 2012, n. 52, recante disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica,  approderà nell’aula di Palazzo Madama martedì prossimo, 5 giugno.  Il decreto detta le norme per la nomina e i poteri del Commissario straordinario per la spending review (il governo ha affidato l’incarico a Enrico Bondi) e introduce alcune misure per la razionalizzazione della spesa pubblica.
Tra le modifiche apportate dalle commissioni, oltre a quelle viste, la disposizione secondo cui il Commissario straordinario potrà utilizzare la Guardia di Finanza nelle sue attività di verifica della spesa e l’esclusione del contributo forfetario al funzionamento di DigitPa nel caso di gare predisposte da amministrazioni pubbliche per le quali DigitPa abbia fornito i propri pareri tecnici, obbligatori e non vincolanti. E ancora, il commissario straordinario per la spending review avrà anche il compito di ottimizzare, in collaborazione con l’Agenzia del Demanio, l’uso degli immobili pubblici. Via libera, contro il parere del governo, anche a un emendamento del Pd che, come ha spiegato il relatore Sanna, punta ad assicurare che la riduzione della spesa pubblica divenga strutturale: il Governo, entro il 30 luglio, dovrà presentare al Parlamento un programma per la riorganizzazione della spesa pubblica coerente con la legge sull’ottimizzazione della produttività e la trasparenza delle p.a. Inoltre dal prossimo ottobre nell’ambito della risoluzione parlamentare sulla Nota di aggiornamento al Def, saranno indicati i d.d.l. collegati alla manovra finanziaria per il triennio 2013-2015, “mediante i quali attuare le riorganizzazioni della spesa pubblica”. Infine, la Ragioneria generale dello Stato e con la collaborazione del commissario straordinario per la spending review “dà inizio ad un ciclo di spending review mirata alla definizione dei costi standard dei programmi di spesa delle amministrazioni centrali dello Stato”. Per le amministrazioni periferiche dello Stato sono invece proposte “specifiche metodologie per quantificare i relativi costi, anche ai fini della allocazione delle risorse nell’ambito della loro complessiva dotazione”.

Le reazioni
“Oggi pomeriggio (ieri, n.d.r.) attraverso emendamenti al decreto legge sulla spending review, all’esame delle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato, presentati dai relatori Pichetto Fratin e Sanna, i soli a poterlo fare in questa fase dell’iter legislativo, il governo ha accolto le motivazioni e le richieste avanzate dai senatori del Pdl, contenute nell’interrogazione presentata il 24 maggio scorso, volte a consentire anche alle imprese operanti nelle regioni assoggettate al rientro dai disavanzi sanitari di poter accedere alla certificazione dei crediti ed alla compensazione dei debiti. In questo modo le Commissioni del Senato hanno posto rimedio ad una grave ingiustizia che penalizzava le imprese di alcune regioni”. Lo ha dichiarato in una nota il senatore Oreste Tofani, vice presidente del gruppo del Popolo della Libertà. “In particolare la proposta – ha sottolineato – mira, come già detto, ad introdurre modifiche in favore di ogni azienda, ivi comprese quelle del settore sanitario, operanti nelle regioni sottoposte ai piani di rientro dai disavanzi sanitari. Nel dettaglio le norme di cui ai predetti emendamenti prevedono il reinserimento a carico degli enti l’obbligo di certificazione, su istanza del creditore, delle somme dovute per crediti certi, liquidi ed esigibili, anche al fine di consentire al creditore la cessione pro soluto a favore di banche o intermediari finanziari, riducendo, inoltre, a trenta giorni dalla data di produzione della relativa istanza il termine per il rilascio della predetta certificazione. La certificazione potrà essere dunque rilasciata anche da quegli enti del servizio sanitario nazionale delle regioni precedentemente escluse”. “La norma introduce, inoltre, la possibilità della compensazione dei crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili – ha precisato Tofani – per somministrazioni, forniture ed appalti, con l’iscrizione a ruolo di somme dovute, attraverso l’acquisizione da parte del creditore della predetta certificazione. Gli emendamenti prevedono che le norme in essi contenute debbano essere adottate con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze da emanarsi entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge”. “L’accoglimento degli emendamenti – ha concluso il senatore – giova, pertanto, a tutte le imprese che hanno rapporti di lavoro con le amministrazioni pubbliche, permettendo loro di usufruire della certificazione dei crediti da poter utilizzare sia per l’ottenimento di finanziamenti che per compensare eventuali somme dovute a seguito d’iscrizione a ruolo”. Per quanto riguarda la facilitazione dei pagamenti alle imprese da parte della Pubblica Amministrazione, anche in quelle regioni impegnate in piani di rientro dall’extra deficit sanitario, “Si tratta – osserva Antonio Azzollini (Pdl), presidente della commissione Bilancio del Senato – di una notevole boccata di ossigeno che, nell’ambito delle norme sulla spending review, sblocca risorse che serviranno a sostenere in questa difficile congiuntura economica il settore produttivo”. “La spending review è un’ottima occasione per ridurre gli sprechi, ma la riduzione non si trasformi in un taglio di risorse fondamentali”, ha sottolineato Ignazio Marino, senatore del Pd, presidente della commissione d’inchiesta sul Ssn a un convegno organizzato dalla Cgil sui tagli in sanità. “Il nostro Paese, i pazienti, i medici e gli infermieri hanno già sperimentato cosa significa una riduzione indiscriminata delle risorse”, ha ricordato Marino, spiegando: “Nel Lazio, ad esempio, la drastica diminuzione dei posti letto, arrivati a essere circa 3 ogni mille abitanti, ha coinciso con un taglio del 30% dei letti per la riabilitazione e del 25% dei posti per le lungodegenze. Prime vittime di questo disegno gli anziani e le famiglie”. E – aggiunge – “a questo si unisce la previsione di una possibile riforma dei ticket, da sostituire con una franchigia modulata sulla base del reddito”. “Prima di pensare a tali progetti, dovremmo intervenire sui ricoveri inappropriati per interventi chirurgici programmati, con cui si buttano dalla finestra 1000 euro al giorno per ciascun paziente”.

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