Spending review destinata alla Consulta

Il governatore Zaia preannuncia ricorsi contro il dl 95/2012: “è incostituzionale”. Anche Formigoni all’attacco: “tagli al Tpl inconcepibili”. Il ministro Patroni Griffi: 24mila esuberi, di cui 13mila negli enti territoriali

10 Luglio 2012
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Ventiquattromila esuberi nella pubblica amministrazione, di cui più della metà negli enti locali. Il ministro della p.a., Filippo Patroni Griffi, ha confermato ieri la previsione di 24 mila esuberi fra i dipendenti del pubblico impiego, di cui “circa 11 mila per le amministrazioni centrali e circa 13 mila per gli enti territoriali, escluse le Regioni”. Il ministro, dopo il varo del decreto-legge 95/2012 sulla spending review, assicura che “non faremo nulla di traumatico”, perché “ci saranno compensazioni: compenseremo le situazioni di eccedenze d’organico con quelle di carenza”. Il decreto sulla spending review, spiega Patroni Griffi, “consente gradualità e selettività. Cercheremo di riallocare il personale in modo da far sì che ci sia una distribuzione. A valle sarà possibile riprendere le assunzioni dei giovani, perché abbiamo un’amministrazione molto vecchia”. Il ministro prevede che “il quadro normativo” sarà completato “entro dicembre”. Ma le reazioni non sono, com’è facile capire, entusiastiche. Questa impostazione della spending review è addirittura incostituzionale secondo la Regione Veneto, che è determinata a ricorrere alla Corte Costituzionale. Il presidente Luca Zaia si dice “ assolutamente convinto che la spending review così come è impostata sia incostituzionale. Quindi faremo ricorso alla Corte costituzionale, è il minimo”, ha detto”. Zaia, che ha ricordato di essere a favore della spending review, perché “una bella dieta dimagrante a questo Paese serve”, ha precisato di avere quest’opinione “perché estremamente convinto che ci sia una disparità di trattamento evidente tra regione e regione. Non puoi tagliare me Veneto che sono virtuoso, sono l’Abele della situazione, e premiare come al solito Caino”, invitando quindi il governo a tagliare “dove si spreca” e a non punire i virtuosi. Invitato a dare un voto al governo Monti, Zaia ha detto di non aver mai amato le pagelle. “Per me è un N.C., un non classificato. Abbiamo intimamente sperato che Monti avesse il coraggio di applicare il federalismo vero. Monti sta facendo delle manovre semplicemente perché l’unica parte del paese che puo’ ancora penalizzare è il nord e lo sta facendo in maniera molto egregia. Ci penalizza con ogni provvedimento, perché ogni volta che pensa minimamente di mettere mano a sprechi di altre parti d’Italia qualcuno lo ferma”. Citiche anche dalla Lombardia. Il taglio contenuto nella spending review che preoccupa di piu’ il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, è in particolare quello sul Tpl. Si tratta di una sforbiciata che mette le regioni “in grave difficoltà costringendoci ad aumentare le tariffe o a tagliare delle linee”. Per il governatore “il capitolo che preoccupa di più è quello dei trasporti, perché sulla sanità siamo in grado di provvedere a un risparmio” ma “a una condizione: che si accetti la logica dei costi standard e del federalismo fiscale, questa sarà la mia proposta al governo Monti”. Secondo Formigoni, intervenuto a margine dei lavori del Consiglio regionale, “di costi standard abbiamo discusso per anni e alla fine il consenso è stato unanime”. Insomma “è ora di finirla di considerare tutte le regioni uguali, ci sono regioni virtuose e altre che sprecano risorse”. Formigoni, quindi, sottolinea: “Chiederò a Monti il ripristino integrale delle somme destinate al trasporto pubblico locale, questo taglio è disastroso. Il governo rompe il patto che aveva fatto con noi a dicembre”. Il governatore lombardo ha quindi rivelato di aver contattato il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani: “Ho sentito Errani e chiediamo un incontro a Monti per rivedere la logica di questi tagli, sui trasporti c’è una scure inaccettabile”. Una tesi, quella dell’ingiusta par condicio tra enti, ribadita anche dall’ex ministro Maurizio Sacconi (Pdl). “Io non credo a una dialettica tra regioni e Stato in maniera generica, ma tra Stato, regioni e comuni efficienti da una parte e Stato, regioni e comuni inefficienti dall’altro”, afferma in un’intervista. “Ci vuole un’alleanza istituzionale che spacchi il fronte perché non tutti siamo uguali. Non penso che il Comune di Treviso o di Torino debba porsi dialetticamente verso lo Stato insieme al comune di Napoli”. “Chiederemo più spending review per ridurre la pressione fiscale, tirando per la giacca nella direzione opposta a Bersani. Lui dice che è troppo dura, noi che è poco dura”, dice Sacconi. “E in Parlamento chiederemo che si adotti la legge del federalismo fiscale, che deve essere applicata a partire dal 2012”. La Corte dei conti dà invece un giudizio sostanzialmente positivo della spending review: “È uno dei primi provvedimenti in cui si va verso la revisione qualitativa della spesa”, ha affermato il Presidente della Corte, Luigi Giampaolino, in un convegno sulla lotta alla corruzione. “È l’inizio – ha affermato – di un procedimento virtuoso che la Corte ha sempre auspicato”. “La Corte – ha ricordato Giampaolino – lamentava che nelle precedenti manovre ci si era rifatti solo sul lato delle imposizioni mentre quella che andava aggredita era la spesa”. E con questo provvedimento “si comincia la revisione della spesa in settori che la Corte aveva sempre indicato”.

>> Scarica la relazione illustrativa e la relazione tecnica per la conversione in legge del d.l. 95/2012

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