Vanno in questa direzione anche altre norme allo studio del Governo – forse ammorbidite rispetto alle prime ipotesi – che fanno parte del nuovo pacchetto “sviluppo”: l’obbligo, per commercianti e professionisti, dal 1° gennaio 2014, di accettare pagamenti tramite bancomat (è sparita, per ora, dall’ultima bozza del Dl, la soglia di 50 euro sopra la quale far scattare questo obbligo, ma una soglia potrà essere prevista nel decreto di attuazione), e la detassazione parziale, dal 2013, dei ricavi derivanti dalla vendita di beni e servizi da parte di medie imprese italiane che si “avventurano” nel commercio elettronico, purché il pagamento sia tracciabile.
I pagamenti e la fatturazione con strumenti elettronici sono dunque una delle strade imboccate dal Governo Monti, per lottare contro l’evasione fiscale e l’economia sommersa, oltre che per promuovere in Italia lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie.
Non a caso, il disegno di legge delega sulla riforma del sistema fiscale in questi giorni all’esame della commissione Finanze della Camera, punta sul potenziamento e sulla razionalizzazione dei sistemi di tracciabilità dei pagamenti, «prevedendo espressamente i metodi di pagamento sottoposti a tracciabilità», e il potenziamento dell’uso della fatturazione elettronica.
Le misure già operative
Mirano a tracciare i movimenti del denaro anche le misure già arrivate con il decreto salva-Italia. A partire dall’abbassamento da 2.500 a 1.000 euro della soglia oltre la quale scatta il divieto di pagare in contante, che vale anche (dal 1° luglio) anche per gli stipendi e le pensioni versati dalla Pa.
Dal 1° gennaio scorso, poi, gli operatori finanziari sono obbligati a comunicare periodicamente all’anagrafe tributaria le movimentazioni dei rapporti intrattenuti con i clienti (prelievi, versamenti, trasferimenti di denaro sui conti) e il relativo importo. Per chiarire le modalità della comunicazione, manca solo il provvedimento delle Entrate.
Lo «spesometro» è un altro degli strumenti con cui imprese, commercianti e artigiani devono fare i conti (non senza difficoltà), comunicando alle Entrate le operazioni soggette a Iva oltre una certa soglia (che è già cambiata, dal 2011 al 2012). Una procedura, questa, che potrebbe essere superata se si affermasse l’obbligo di fatturazione elettronica: in questo caso, l’Agenzia fiscale potrebbe ricevere e monitorare le fatture quasi in tempo reale, senza la necessità di costose e complicate comunicazioni periodiche. Una semplificazione importante potrebbe arrivare dal recepimento (obbligatorio entro quest’anno) della direttiva Ue 45/2010 che equipara in tutto la fattura elettronica a quella cartacea.
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