Ventuno maggio 2008: «Finisce l’era delle promesse, da oggi contano i fatti». Due luglio 2008: «Entro fine mese Napoli sarà pulita». Ventitre ottobre 2010: «Tutto a posto entro dieci giorni». Ventotto ottobre 2010: «Napoli pulita in tre giorni». Ventisei novembre 2010: «Risolveremo la crisi in due settimane». Trenta novembre 2010: «L’obiettivo è azzerare la situazione rifiuti entro domenica». Quattro dicembre 2010: «Città pulita tra qualche giorno». Trenta dicembre 2010: «Napoli sarà pulita per Capodanno». Ci fermiamo qua. Eppure potremmo continuare a lungo. Dal 15 aprile 2008 – day after delle ultime elezioni politiche – fino a oggi, non si contano gli annunci salvifici lanciati dal premier Berlusconi nelle sue trasferte napoletane per liberare la Campania dalla spazzatura. Due anni fa ci scappò pure uno spot in cui l’attrice partenopea Elena Russo – quella della famosa raccomandazione intercettata – impersonava la sua città restituita al decoro da mano governativa. Ne è trascorso di tempo ma la piaga appare tutt’altro che sanata e il bunga bunga della munnezza si affianca idealmente a quello con le “olgettine”.
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