Sala gremita lo scorso 25 febbraio alla Curia di via Corte d’Appello, per la candidatura di Torino a ‘Smart City’. L’assessore Tricarico e il vicesindaco Dealessandri sono riusciti a coinvolgere i più significativi esponenti del mondo torinese degli Enti locali, dell’industria, delle imprese, delle associazioni di categoria, del sistema bancario, dei centri di ricerca e dell’Università.
Serve la collaborazione di tutti per riuscire a confezionare un piano da presentare all’Unione europea in vista dei cospicui finanziamenti (11 miliardi di euro) che, a partire dal primo bando di luglio e per i prossimi 10 anni, saranno erogati alle ‘Smart cities’, ovvero ‘Città intelligenti’. Città capaci di produrre alta tecnologia, ridurre i consumi degli edifici, promuovere trasporti puliti e migliorare la qualità della vita riducendo del 40% – entro il 2020 – le emissioni di gas serra. “Abbiamo l’ambizione di costruire un buon progetto con ricadute socialmente misurabili, come ci chiede la Comunità europea e come siamo abituati a fare da sempre”, ha detto l’assessore Tricarico questa mattina. Tricarico ha spiegato che i filoni su cui si incardinerà il progetto di candidatura sono due: la riqualificazione energetica degli edifici esistenti e la mobilità sostenibile. Per arrivare a un fine tanto ambizioso, sono necessarie una forte partnership industriale e la collaborazione di tutte le istituzioni cittadine.
“Il ruolo delle imprese che ci sostengono in questa candidatura è essenziale – ha detto Tricarico – noi non favoriremo solo i loro progetti, ma ci faremo promotori noi stessi di un programma che valuteremo con il sistema industriale in modo paritetico”. A quelli di Tricarico e Tom Dealessandri, si sono susseguiti gli interventi di Claudia Torchietto (assessorato al Lavoro della Regione), Roberto Ronco (assessorato Ambiente della Provincia) Francesco Profumo, Federico Golla (ad Siemens), Stefano Re Fiorentin (centro ricerche Fiat), Adriano Maestri (Intesa San Paolo), e molti altri. Una ‘rete’ che da oggi in poi inizierà a lavorare sotto al regia del Comune: ufficializzata la candidatura, ora il programma prosegue per tutto il mese di marzo con audizioni delle singole imprese. “Chiederemo loro, con una sorta di operazione demiurgica, di proporre soluzioni adatte a Torino – ha detto Roberto Pagani, docente del Politecnico –, il secondo passo sarà radunare queste idee in unità di progetto per poter concorrere, da luglio, ai primi bandi che saranno pubblicati dall’Unione Europea”. Pagani, già estensore del Piano d’azione per l’energia sostenibile” (Tape – Torino action plan for energy) presentato a Bruxelles lo scorso dicembre, ha aggiunto che “Smart city è quella città che realizza il vantaggio individuale e al tempo stesso il vantaggio collettivo: la rete che stiamo costruendo ci permette di vagliare molte soluzioni, molte tecnologie e molti approcci per raggiungere questi obiettivi”. Francesco Profumo ha rilanciato: “La smart city è un progetto importante, che dà una dimensione alla città del futuro. Posso dire che se saremo capaci di contribuire ci porterà a costruire una nuova economia: nuova cultura, nuove figure professionali e nuove occasioni di formazione e lavoro. Oggi è una giornata speciale per Torino”.
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