Sistri, oggi scatta l’obbligo: prorogato il tracciamento cartaceo

In arrivo un decreto che esclude dall’obbligo del Sistri i produttori con meno di dieci dipendenti e che sposta il pagamento del contributo Sistri al 30 giugno 2014 > la nota di Alberto Pierobon > il decreto

3 Marzo 2014
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Sistri sì, no, forse? Con l’approvazione del decreto milleproroghe la scorsa settimana, si può dire che il Sistri non lascia, ma raddoppia. Già, perché nel decreto che prolunga i termini delle norme coinvolte, anche il Sistri ha trovato ampio spazio, con il prolungamento della moratoria sulle sanzioni e la convivenza della doppia modalità cartaceo-elettronico fino alla fine dell’anno.

Dunque, oggi il sistema di tracciabilità dei rifiuti partirà come previsto: in questo senso, infatti, nessuna proroga è arrivata e, dunque, la seconda fase del Sistri può ufficialmente iniziare.

Nello specifico, il decreto Milleproroghe ha dilazionato i tempi riguardo, da un lato, il termine entro cui tracciare i rifiuti anche con registri cartacei, e, dall’altro, ha prolungato la moratoria inizialmente prevista fino al prossimo agosto, che arriverà al 1° gennaio 2015, con la relativa sospensione delle sanzioni. Infine, sempre a fine anno è rinviato il divieto sul conferimento in discarica dei rifiuti speciali e urbani con valore oltre i 13mila kj/kg. Infine, l’ultimo slittamento è quello che riguarda le capacità di compostaggio che potranno aumentare la propria capienza oltre l’8% per accogliere l’umido proveniente dalla Campania.

Oggi, dunque, arrivano nuovi obblighi per enti e imprese coinvolte nel meccanismo del Sistri, nello specifico ravvisabili nelle categorie di produttori allo stato iniziale dei rifiuti ritenuti pericolosi, oppure di rifiuti speciali pericolosi che svolgano attività di stoccaggio, o, ancora, i trasportatori di rifiuti speciali pericolosi prodotti in maniera autonoma. I soggetti coinvolti, da oggi, dovranno utilizzare gli appositi meccanismi elettronici introdotti proprio con il Sistri, dunque la chiavina Usb e la “black box” e, per coloro che ancora non siano in possesso dell’adeguata strumentazione, l’obbligo sarà quello di avviare i rifiuti a smaltimento o recupero, fornendo i dati relativi al trasportatore e tenendo a parte le copie quelle che consegnerà il trasportatore stesso, ossia la scheda apposita Sistri e il formulario.

Disposizioni specifiche riguardano, poi, la Regione Campania, che vede aggiungersi agli enti coinvolti anche i comuni e le imprese di trasporto dei rifiuti urbani. Storia diversa, e ben nota, per chi, invece, gestisce i rifiuti classificati come speciali pericolosi, che hanno già avviato le loro pratiche dallo scorso primo ottobre.

di Alberto Pierobon

Come sappiamo oggi 3 marzo il Sistri sarà operativo per tutti i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi.
Molti di essi si sono già diligentemente iscritti, pagando il relativo contributo.
Si badi come in questa categoria rientrano anche piccoli artigiani, estetisti, carrozzieri e tanti altri soggetti “modesti”.

Ora, presso il Ministero dell’ambiente, è in gestazione un decreto (appunto ministeriale, di concerto con altri ministeri), da qualificarsi e collocarsi entro l’alveo della cosiddetta “decretazione di semplificazione”, con il quale si intende escludere dall’obbligo del Sistri i produttori iniziali di rifiuti pericolosi che occupano meno di dieci dipendenti.
Lo stesso d.m. sposta (ma non sospende!) il pagamento del contributo Sistri al 30 giugno 2014.

Insomma, come abbiamo sempre qui avuto modo di segnalare, per il SISTRI la storia è infinita!
Bene farebbero molti soggetti ed operatori nell’astenersi dal propinare o partecipare a corsi e corsetti, ovvero ad avvalersi di prestazioni e/o di consulenze alfine sempre provvisorie, sempre claudicanti (e, quel che più conta, sempre prevedibili in questa loro “precarietà” volta, a noi pare, solo a far cassa).
Infatti, è da anni che tutti noi continuiamo a rincorrere la complessificata (altro che semplificata) disciplina Sistri, la quale disciplina sta diventando (assieme a tanti altri casi, purtroppo) davvero sintomatica e rappresentativa di un certo modo italiano di pensare, di disporre e di fare (oltre che di far pagare).

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