“Come ANCI abbiamo chiesto norme utili ad agevolare il lavoro dei Sindaci nella ripresa amministrativa per dare risposte tangibili alle proprie comunità, in primis la compensazione del mancato gettito IMU, TASI, TARI e addizionale Irpef per i Comuni colpiti, che si stima ridotto del 50%, con conseguente mancanza di entrate da destinare al territorio valutabile in 50-60 milioni di euro. A questo proposito – aggiunge Valentini – ricordiamo che in vista della scadenza del 16 dicembre per il versamento dell’IMU e della TASI, i pagamenti dei tributi sono sospesi nel territorio dei Comuni indicati dal decreto e che in ogni caso gli edifici inagibili sono esentati dall’imposta, anche se ancora in attesa delle verifiche di agibilità”.
Tra le proposte presentate dall’Associazione, affiorava anche quella dell’istituzione di meccanismi di incentivo, quali zone franche urbane, per favorire il rilancio dell’economia locale. L’ANCI fa inoltre notare anche il nodo dei limiti di spesa imposti ai Comuni colpiti per l’assunzione del personale o per la retribuzione adeguata delle maggiori responsabilità e del disagio dei dipendenti delle amministrazioni, che lavorano anche 15 ore al giorno. Infine l’ANCI confida, a seguito delle oltre 114 mila verifiche di agibilità sugli edifici nelle quattro Regioni coinvolte, che sarà possibile rivedere l’elenco dei Comuni colpiti, una volta completato il lavoro.
“Siamo disponibili – conclude Valentini – ad offrire il nostro contributo al legislatore e alle strutture commissariali per la definizione di ulteriori provvedimenti ad hoc, anche alla luce dell’importante lavoro di supporto ai Comuni colpiti che l’Associazione sta offrendo attraverso le proprie strutture e grazie alla collaborazione di numerosi Comuni italiani, che continuano a inviare e mettere a disposizione il proprio personale tecnico e amministrativo”.
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