Sul Sole 24 Ore di mercoledì 30 giugno sono stati pubblicati due articoli (il primo sulle pagine nazionali, il secondo su quelle lombarde) che sottolineavano alcune criticità del sistema telematico di trasmissione dei certificati di malattia, introdotto lo scorso 26 febbraio con decreto del ministro della Salute, Ferruccio Fazio. Riteniamo quindi opportuno fare chiarezza, replicando innanzitutto alle perplessità che il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Milano, Carlo Rossi, ha avanzato sulla nuova procedura. Primo: qualora sia necessario effettuare una visita domiciliare «alle sette di sera», il medico può provvedere anche il giorno successivo a inviare all’Inps il relativo certificato (così come espressamente previsto dallo stesso manuale operativo del sistema web di trasmissione online, reso disponibile da Sogei). Secondo: la trasmissione online del certificato di malattia non ha cambiato le regole, dal momento che il medico deve continuare a indicare su di esso il giorno di malattia segnalato dal paziente. Quanto alla mancata adozione della firma digitale nel sistema di trasmissione telematica, questa non è affatto in contrasto con il Codice dell’amministrazione digitale (Cad), come invece sostenuto nell’articolo di Andrea Monti. Il sistema di trasmissione, infatti, consente al medico l’invio telematico dei dati del certificato di malattia attraverso la Carta nazionale dei servizi o apposite credenziali di accesso (costituite da un codice identificativo e da un pincode). Entrambe garantiscono l’identificazione certa dell’autore. Lo stesso Cad riconosce ai dati così trasmessi la piena validità come documento informatico, liberamente valutabile in giudizio sul piano probatorio. È evidente che possono esserci difficoltà tecniche nella messa a punto di un sistema complesso che coinvolge amministrazioni centrali (Sogei, Inps, Inpdap), amministrazioni regionali e ben 180.000 medici. Per questo motivo il ministro Renato Brunetta ha previsto (con circolare n. 1/2010/DFP/DDI)un’applicazione graduale della misura e occasioni di confronto con tutte le particoinvolte. L’introduzione di un sistema di trasmissione online dei certificati di malattia resta tuttavia una priorità non derogabile, non solo per il risparmio di risorse pubbliche (stimate in circa 500 milioni di euro l’anno), ma anche per il contributo che può assicurare sul fronte della semplificazione dei rapporti tra cittadini/imprese e pubblica amministrazione.
Sicuri i certificati medici online
Lettera
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