Nei ranghi della regione siciliana sono inquadrati poco più di duemila dirigenti, in pratica uno ogni 5,6 dipendenti. Il rapporto senza dubbio può essere definito sproporzionato, soprattutto se si fa riferimento ad una legge regionale che nel lontano 1985 definì la dotazione organica nell’isola. Infatti, secondo il legislatore di venticinque anni fa, i dirigenti in servizio non possono superare quota 528. Quindi, operando un raffronto con la situazione attuale, il Governatore Raffaele Lombardo si trova con un esercito di 1428 dirigenti ad oggi in sovrannumero. Numeri, questi, che sono stati messi nero su bianco dal Procuratore generale della Corte dei conti siciliana, Giovanni Coppola, nella sua requisitoria di ieri, letta nel corso del giudizio di parificazione al rendiconto generale 2009 della regione guidata da Lombardo. Allo scorso dicembre, si legge nella requisitoria del magistrato contabile, nei ruoli regionali ci sono 13.528 dipendenti a tempo indeterminato. Di questi, 11.518 sono dipendenti del comparto non dirigenziale e 2.010 sono dirigenti. Quello che per il Procuratore Coppola «è emblematico», è il rapporto tra i dirigenti e il restante personale. Nel 2008, questo era pari a un dirigente per ogni 5,6 dipendenti. L’anno successivo, per effetto della riduzione di entrambi i comparti, il rapporto resta del tutto invariato. Eppure, qualcosa non quadra. Perché se si dà un occhio alle tabelle allegate alla già citata legge regionale n.41 del 1985, che ha definito la dotazione organica degli uffici regionali, i dirigenti dovrebbero essere, in complesso, solo 528. Numeri alla mano, operando un raffronto con la situazione attuale, ci sono 1428 dirigenti in sovrannumero. È pur vero, ha ammesso Coppola, che il Parlamento siciliano ha varato di recente la riforma della dotazione organica del proprio personale (con la legge n.51 dello scorso 12 maggio), ma è anche vero che il restyling del proprio personale «non riguarda i dirigenti, ma tutti gli altri dipendenti inquadrati con un profilo non dirigenziale». Come a dire, si mette mano alla truppa ma i generali non si toccano. Anzi, senza operare valutazioni di merito, il Procuratore Coppola non può non sottacere che la legge del 1985 fissava in 10.792 unità il tetto massimo del personale non dirigenziale. Ora, però, con la nuova dotazione organica «si sono creati i presupposti per fissarli ad un massimo di 15.600 unità». In pratica, un incremento di 4808 dipendenti, pari al 45% del totale. Numeri che sono forse l’effetto delle numerose stabilizzazioni di personale, sulla cui natura il magistrato siciliano dichiara essere «eticamente scorretta in quanto rappresenta una mortificazione per le centinaia di migliaia di giovani disoccupati siciliani che mai nulla hanno chiesto alla pubblica amministrazione, semplicemente perché ignorati a beneficio di soggetti che, senza concorso, sono stati selezionati non per merito o negligenza, ma solo in ossequio a logiche clientelari che hanno avuto di mira le prossime tornate elettorali anziché le prossime generazioni».
Sicilia, un dirigente ogni cinque dipendenti
La regione di Lombardo nel mirino della Corte dei conti
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