Mai finora la Commissione europea aveva intrapreso un’operazione di monitoraggio di un Paese membro della zona euro così invasiva e così precisa. Dall’economia alla giustizia, dai conti pubblici al mercato del lavoro, dalla concorrenza al welfare: il questionario inviato dalle autorità comunitarie al governo italiano nei giorni scorsi è un documento per molti versi storico. Il questionario – cinque pagine, dodici capitoletti, trentanove punti – giunge dopo che nelle ultime settimane l’attenzione europea sull’Italia è andata crescendo, a pari passo con il nervosismo dei mercati e il rischio di contagio della crisi debitoria. Da oggi è in Italia una missione delle autorità comunitarie con il compito di verificare con mano l’adozione delle misure promesse dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In occasione di un vertice europeo il 26 ottobre, il Governo italiano aveva presentato una lunga lettera in cui aveva messo nero su bianco impegni ambiziosi per risanare i conti pubblici e rilanciare l’economia. All’iniziativa aveva contribuito tanto il nervosismo dei mercati finanziari quanto la pressione dei partner europei. Preoccupato all’idea di un contagio all’Italia il Consiglio aveva messo il governo contro il muro. In un lungo comunicato i Paesi della zona euro avevano invitato la Commissione «a fornire una valutazione dettagliata delle misure e a monitorarne l’attuazione, e le autorità italiane a fornire tempestivamente tutte le informazioni necessarie per tale valutazione». In base a questo mandato il commissario agli affari economici Olli Rehn ha deciso di inviare un questionario in cui chiede al governo precisazioni e dettagli. Risposte devono giungere a Bruxelles «in inglese entro l’11 novembre». Prevedendo che «il contesto economico non permetterà alla strategia del governo di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013», la Commissione chiede provvedimenti aggiuntivi e se il governo ha già in mente come affrontare un eventuale buco nei conti pubblici; vuole anche conoscere le misure concrete con le quali l’Esecutivo intende riformare l’eta pensionabile, il mercato del lavoro e risolvere la disoccupazione giovanile. Nel questionario, le autorità comunitarie sottolineano che vi sono punti discordanti tra la lettera presentata dal premier Berlusconi e il comunicato del Consiglio che riflette la discussione tra i capi di Stato e di Governo. Chiedono quindi delucidazioni e precisazioni al Governo italiano. La lunga lettera punta il dito anche su settori non prettamente economici: la riforma della costituzione o la giustizia civile. Il documento è per molti versi storico, e non solo perché tra le righe offre una straordinaria analisi delle debolezze italiane e delle preoccupazioni europee. È il segnale di come il riacutizzarsi della crisi debitoria ha riportato improvvisamente in auge il controllo reciproco tra i Paesi membri, provocando una riduzione delle sovranità nazionali, tutto sommato inevitabile con la presenza di una moneta unica.
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