Servizi locali, ok alla riforma

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il regolamento che spinge verso la liberalizzazione. Polemiche sul futuro della gestione dell’acqua

l 23 Luglio 2010
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La riforma dei servizi locali stacca il biglietto. Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, Raffaele Fitto, ha approvato ieri in via definitiva il Regolamento di attuazione dell’articolo 23-bis del decreto-legge 112/2008 in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica. Per Fitto “questo regolamento rappresenta una grande svolta nel settore dei servizi pubblici poiché accresce la concorrenza a beneficio dei cittadini visto che scardina i monopoli pubblici locali che danneggiano i consumatori e più in generale tutti i contribuenti”. “Si compie così l’atto finale della riforma dei servizi pubblici locali realizzata in tempi brevi dal Governo – aggiunge il ministro -. Intendo esprimere il mio apprezzamento e il riconoscimento per i contributi che il Consiglio di Stato e le commissioni di Camera e Senato hanno inteso fornire nell’espressione dei rispettivi pareri previsti dalla legge. Siamo orgogliosi – ha continuato Fitto – di essere riusciti nella difficile opera di realizzare una riforma auspicata da quasi venti anni”.
Nel settore del servizio idrico e più in generale nei servizi pubblici locali, ha sottolineato il ministro, “l’Italia ha bisogno di una spinta poderosa alla competitività e all’efficienza per stimolare la crescita economica e per ricondurre, finalmente, a condizioni di trasparenza e correttezza i rapporti tra sfera politica e sfera economica affinché, nell`interesse generale, ciascuno faccia bene il proprio mestiere. La concorrenza giova ai cittadini: scardina i monopoli pubblici locali che, con tariffe elevate e qualità dei servizi spesso inadeguata, danneggiano i consumatori e più in generale tutti i contribuenti, specie quando le perdite delle società si scaricano sui bilanci degli enti locali”. La riforma, ha continuato Fitto, “avvia finalmente una stagione di profonda trasformazione dell’assetto del settore con la progressiva ma rapida riduzione della fattispecie dell’in house i cui affidamenti in essere cesseranno al 31 dicembre 2011. Si aprono così consistenti spazi di mercato che consentiranno alle imprese di crescere e raggiungere scale dimensionali adatte a sostenere la competizione sullo scenario europeo”. Il regolamento “fissa regole chiare per lo svolgimento delle gare, affinché queste consentano in modo trasparente di selezionare il gestore più efficiente in grado di offrire tariffe più basse. Perché le gare e i rapporti tra ente affidante e soggetto gestore siano chiari e trasparenti, il regolamento introduce motivi di incompatibilità per chi ricopre o ha ricoperto funzioni di amministratore nell’ente affidante vietando a costoro di occuparsi della gestione del servizio”. A completamento della riforma, ha concluso Fitto, “il Governo è ora impegnato a rivedere l’assetto regolatorio del settore, in particolare dell’idrico. Anche sotto questo profilo sono certo che il Governo saprà produrre in tempi rapidi una efficace proposta riformatrice”.
Soddisfatto anche il Ministro per la semplificazione, il leghista Roberto Calderoli, in particolare per il “totale recepimento delle indicazioni del Parlamento. Si cancellano dubbi e perplessità intervenute con la prima proposta, e la previsione di una parte terza di sorveglianza dimostra che il regolamento va nell’interesse dei cittadini”. “È la prima grande riforma dei servizi pubblici locali. L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del regolamento che prevede l’attuazione della privatizzazione delle società pubbliche di gestione di servizi come acqua, rifiuti o trasporto pubblico rappresenta una svolta ed una vittoria del Pdl. Finalmente si mette ordine in un settore complesso, separando la proprietà dalla gestione, liberalizzando il mercato. Sono particolarmente soddisfatto perché il testo completa il decreto Ronchi che a sua volta recepiva una mia proposta in materia. Dopo venti anni di immobilismo siamo riusciti a sbloccare un settore con una riforma moderna, basata su concorrenza e trasparenza a tutela dei cittadini costretti finora a vedere la qualità  dei servizi non sempre corrispondente alla qualità o alla loro efficienza”. Questo il commento del presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, mentre il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione Renato Brunetta esprime tutta la sua soddisfazione per l’approvazione: “Si tratta di una decisione attesa da anni, che qualifica in maniera importante l’azione riformatrice del nostro Governo. Si sono finalmente create le premesse perché in questo settore si affermino finalmente i principi della trasparenza, dell’efficienza dei servizi e della concorrenza di mercato”.
“I referendari hanno realizzato una grande menzogna, basando su una grande bugia un milione e 400mila firme raccolte. La bugia è che il governo voglia privatizzare l’acqua, che invece è e resta pubblica”, ha detto il Ministro delle politiche europee, Andrea Ronchi, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri, ringraziando il Ministro Fitto “per aver messo mano, con il regolamento dei servizi pubblici locali, alla prima vera grande liberalizzazione” e ribadisce che si sta lavorando “a un’autorità terza che garantisca legge e mercato”. “I ministri Ronchi e Tremonti offendono un milione e mezzo di cittadini che hanno firmato per un referendum in difesa dell’acqua come bene pubblico che il Governo ha scelto di privatizzare. Sostenere, come fanno i due esponenti dell’esecutivo, che la loro legge garantisce il carattere pubblico dell’acqua significa mentire con la coscienza di farlo, non rispettando l’intelligenza dei cittadini”, risponde Luigi De Magistris, eurodeputato IdV, aggiungendo che “affidare la gestione dell’acqua ai privati significa privatizzare di fatto l’acqua in quanto tale, esponendo questo diritto comune universale e non mercificabile alla speculazione delle lobby e delle multinazionali, oltre che a quella di soggetti spesso non trasparenti come le società misto pubblico-private. La battaglia referendaria è stata un successo per adesione e partecipazione ed è – conclude – una battaglia di civiltà che va sostenuta senza se e senza ma da chi crede nello Stato di diritto”.

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