Anche l’attuazione della seconda fase del federalismo municipale, prevista a decorrere dal 2014 e caratterizzata dalla presenza di un’imposta municipale propria e di una secondaria, potrebbe non lasciare i saldi inalterati. Se da un alto, infatti, i comuni potrebbero beneficiare, limitatamente alla componente immobiliare presente sul proprio territorio, di una quota pari allo 0,76 per cento delle imposte dirette (Irpef e addizionali) e dell’ Ici sui fabbricati non locati, dall’altro si presenta più incerta la struttura dell’imposta municipale secondaria, che dovrebbe sostituire la tassa occupazione suolo pubblico (e il relativo canone), l’ imposta di pubblicità e i diritti sulle pubbliche affissioni, nonché il canone di autorizzazione all’installazione dei mezzi pubblicitari. Poiché infatti il presupposto del tributo è l’occupazione di beni demaniali o patrimoniali indisponibili dei comuni, dovrebbero chiarirsi, al fine di assicurare l’equivalenza di entrata, gli effetti derivanti dalla cessazione del gettito prodotto in relazione ad impianti pubblicitari su aree private.
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