Rispetto alla programmazione 2000-2006 le sembra di intravedere miglioramenti?
Nel 2007-2013 la consapevolezza che fosse necessario intervenire per rimediare a situazioni difficili è maturata già a metà periodo: il Piano Azione Coesione è intervenuto in modo lungimirante su alcune situazioni complesse. A ciò si aggiunge la decisione del ministero dello Sviluppo economico di prevedere target di spesa nazionali e monitoraggi periodici che consentissero di tenere sotto controllo l’andamento della spesa certificata.
Tra i fattori esterni che hanno ostacolato maggiormente l’attuazione viene citata la normativa sugli appalti. Come possono essere superati?
Auspico che il nuovo Codice degli appalti riesca finalmente nella programmazione 2014-2020 a superare quelle criticità che frenano la realizzazione delle opere pubbliche.
Quali sono, secondo lei, gli errori da non commettere per la programmazione 2014-2020?
La sfida della programmazione 2014-2020 è partire tempestivamente, avviando sin da subito un monitoraggio continuo dei programmi, dei target e della spesa. Occorre inoltre predisporre quanto prima valutazioni in itinere dei programmi che consentano, quando necessario, di attivare revisioni sistematiche e tempestive delle azioni messe in campo.
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