Per il governo e i suoi tecnici, la Toscana è terreno «fertile» per ospitare non solo una centrale nucleare ma anche un deposito di scorie nucleari. Spunta fuori una mappa preparatoria – elaborata dalla società pubblica Sogin e subito fatta chiudere a chiave dal premier Berlusconi – che macula pezzi dello stivale per indicare i siti idonei ad ospitare il deposito delle scorie. La Toscana è interessata come nessun’altra regione italiana. E la Regione insorge. «Mi opporrò in ogni modo» scrive il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, sul suo profilo Facebook. «È una follia, di un deposito di scorie nucleari in Toscana non se ne parla, per impedirlo useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione» minaccia l’assessore regionale Annarita Bramerini. Ad inizio estate era stata rispolverata una mappa vecchia di oltre trent’anni, che sarebbe al vaglio del governo e che indica come possibili sedi di una centrale nucleare vaste zone di Toscana, da Pianosa a gran parte della costa. Adesso è invece Il Sole-24ore a pubblicare un’altra mappa, quella dei siti idonei ad ospitare il deposito delle scorie. La Toscana è interessata da una macchia a sud dell’Argentario e da una estesa punteggiatura su buona parte dell’entroterra. C’è anche la Maremma. «No grazie – commenta Rossi – per la Maremma penso al turismo, all’agricoltura e a un distretto per le energie rinnovabili a partire dalla geotermia». La planimetria pubblica da Il Sole sarebbe quella preparata da Sogin, da cui la società pubblica dovrà selezionare 55 siti, e che il premier Berlusconi ha ordinato di secretare, rinviando così la chiusura del lavoro originariamente previsto per ieri. Quando i siti saranno individuati in via definitiva, il governo cercherà di sedurre gli enti locali offrendo incentivi e la realizzazione, accanto al deposito delle scorie, di un centro ricerche e di un parco tecnologico capace di attrarre da tutta Europa centinaia di ricercatori e le loro famiglie. Ma intanto la macchia dei potenziali siti suscita rabbia, malumore, preoccupazione. «Nessuno ci ha coinvolto, ma la Regione si opporrà in tutti i modi – è l’altolà dell’assessore Bramerini – Il governo sappia che in Toscana troverà l’opposizione dei cittadini. In una regione dove nascono comitati d’opposizione persino contro le energie rinnovabili, figuriamoci cosa potrà succedere contro il nucleare – spiega Bramerini – La gente scenderà in strada. E lo stesso faranno gli enti locali. Sebbene i loro bilanci siano stressati dalla manovra che ha tolto risorse, il governo si illude se pensa di far gola con incentivi dalle ricadute del tutto immaginifiche». Bramerini pensa di organizzare l’opposizione anche utilizzando gli strumenti di governo del territorio. «Penso al Pit, ai piani provinciali, ai piani strutturali dei Comuni, ad altro che studieremo al momento opportuno se la minaccia dovesse concretizzarsi. Quel che deve essere chiaro da subito è il nostro rifiuto. E’ la nostra assoluta indisponibilità politica ad ospitare un deposito di scorie nucleari nei territori della regione».
Scorie nucleari, l’altolà della Regione
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