Ampliamento generalizzato degli spazi assunzionali
“Una vittoria dell’ANCI – commenta il presidente dell’Associazione dei Comuni Antonio Decaro -, perché avevamo ribadito questa pressante richiesta anche durante l’ultima audizione, pochi giorni fa, davanti alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera”. Dal punto di vista degli amministratori, confermata dal numero uno ANCI, questo è però solo “un primo passo”, in attesa di un ampliamento generalizzato degli spazi assunzionali, atteso nel Decreto Enti Locali che dovrebbe giungere sul tavolo del Consiglio dei ministri la prossima settimana.
In questo senso assume rilievo l’apertura giunta dal sottosegretario alla Funzione pubblica Angelo Rughetti. A parere di quest’ultimo sarebbe troppo stretta la soglia del turnover al 25%, con molti Enti in sofferenza: “Non si capisce cosa bisogna ancora aspettare per sbloccare il turnover nei Comuni e negli Enti locali: ormai l’operazione di mobilità delle Province si è conclusa; i Comuni finanziano con risorse proprie le assunzioni”. Per il sottosegretario occorrerebbe quindi innalzare il tetto che limita al 25% il turnover. Una soglia, spiega Rughetti, “troppo stretta, con tantissimi Comuni che sono in sofferenza e il rischio di mettere a repentaglio i servizi per i cittadini”.
Un provvedimento ad hoc per conferire piena capacità di assumere ai Comuni
La soluzione passerebbe per un provvedimento “ad hoc” per abbattere e ridare piena capacità di assumere ai Comuni, che possono, grazie alla misura contenuta nel Milleproroghe, anche attingere da subito alle graduatorie di concorsi già fatti. Insomma per Rughetti, dopo l’assorbimento degli esuberi delle Province, non c’è più alcun ostacolo alla riapertura del turnover. Una questione che il ministero, sottolinea Rughetti, ha sempre “tenuto nelle sue priorità”. Tanto più che nella riforma del pubblico impiego è contenuta una norma sperimentale, spiega, “che consente a Regioni e Città metropolitane di superare i vincoli alle assunzioni, oltrepassando anche il concetto di spesa storica. Quel che conta è garantite la sostenibilità delle assunzioni rispetto alle entrate”.
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