Prima i debiti per lavori pubblici non ancora estinti. Poi gli altri debiti di parte capitale ancora da pagare. Gli spazi che avanzeranno verranno utilizzati per abbuonare i pagamenti già effettuati prima dell’8 aprile, sempre con una corsia preferenziale per quelli relativi a opere. E dal governo arriva l’impegno alla presentazione di un emendamento che amplia di 2,1 miliardi il pagamento dei debiti di parte capitale dando così la possibilità alle regioni di aiutare i comuni mettendo a loro disposizione ulteriori spazi finanziari. È quanto deciso ieri nelle Conferenze Stato-città e stato-regioni presiedute in seduta straordinaria dal ministro per gli affari regionali Graziano Delrio al fine di ripartire gli spazi finanziari aperti dal dl 35/2013.
La Conferenza stato-regioni ha ripartito 7,2 miliardi dovuti dal governo per saldare alle regioni i pagamenti dei debiti nei confronti di imprese, cooperative e professionisti.
Nei pagamenti saranno conteggiati anche i debiti non estinti all’8 aprile e non solo fino al 31 dicembre scorso come inizialmente previsto.
Lo stesso accadrà per gli enti locali che potranno escludere dal Patto anche i pagamenti effettuati da gennaio all’8 aprile. Una novità che viene incontro alle richieste dei tanti comuni virtuosi che nei mesi precedenti all’emanazione del decreto hanno compiuto grandi sforzi finanziari per pagare i fornitori e non avrebbero potuto escludere del Patto i pagamenti effettuati dal 1° gennaio all’8 aprile.
«Il governo ha agito rapidamente chiudendo un accordo con regioni, province e comuni», ha commentato Delrio. «Vogliamo garantire, nel rispetto delle prerogative parlamentari, che anche i pagamenti effettuati dal 1° di gennaio all’8 aprile rientreranno nel decreto. Questo accordo avrà una grande importanza per gli enti locali». «Abbiamo lavorato bene», ha proseguito il ministro, «le imprese potranno essere soddisfatte perché finalmente si potranno effettuare i pagamenti in tempi utili».
Soddisfazione è stata espressa dall’Anci, che con il presidente facente funzioni Alessandro Cattaneo ha parlato di «una bella vittoria per i comuni». Secondo Angelo Rughetti, deputato del Pd ed ex segretario generale dell’Anci, l’accordo raggiunge 3 obiettivi: consente di procedere celermente, dà una risposta ai comuni virtuosi che erano inizialmente esclusi dall’applicazione del decreto, alleggerisce il Patto senza incidere sui saldi di finanza pubblica. Rughetti ha anche anticipato che, oltre ai 5 miliardi di pagamenti in conto capitale, ci saranno altri 2 miliardi che potranno essere spesi da qui alla fine dell’anno per realizzare opere pubbliche.
«Con l’accordo fatto in Conferenza stato-regioni», ha aggiunto, viene invece incentivato il Patto di stabilità regionale verticale. In altri termini viene data la possibilità alle regioni di aiutare i comuni a fare lavori pubblici mettendogli a disposizioni degli spazi finanziari. Anche questa operazione si tradurrà in un ulteriore alleggerimento del patto di stabilità interno con particolare attenzione ai piccoli comuni».
Il fondo della Cdp. Entro il 15 maggio, la Cassa depositi e prestiti definirà il riparto del 90% del fondo da 2 miliardi stanziato a favore degli enti (anche non soggetti al Patto) a corto di cassa. Alla luce dei chiarimenti forniti dal Mef sulle tipologie di debiti che possono essere estinti grazie alle anticipazioni di liquidità (anche debiti di parte corrente, inclusi quelli fuori bilancio, purché riconosciuti e finanziati, e quelli relativi al personale, ma esclusi quelli finanziari), la Cdp ha avviato un’istruttoria integrativa chiedendo agli enti che hanno presentato domanda entro il 30 aprile di confermare ovvero di rettificate gli importi richiesti. A tal fine, occorre far pervenire entro oggi a via Goito, utilizzando il numero di fax dedicato, una nuova dichiarazione sottoscritta dal responsabile del servizio finanziario e dal rappresentate legale. Anche in tal caso, il riparto avverrà su base proporzionale, salvo che la Conferenza stato-città e autonomie locali non definisca (sempre entro oggi) un criterio diverso.
Nel frattempo, si sta avviando lentamente a completamento la procedura di accreditamento di comuni e province (come delle altre p.a.) alla piattaforma telematica per la certificazione dei crediti. Il termine per adempiere è scaduto il 29 aprile, ma l’elevato numero delle utenze da creare ha allungato i tempi di risposta. Per non incappare nelle sanzioni previste in caso di ritardo, ad ogni modo, è sufficiente aver avviato l’iter entro la data di scadenza, anche se non si è ancora ricevuto le credenziali di accesso al sistema. In tali casi, fa fede il messaggio di posta elettronica, rilasciato in automatico, che attesta la corretta acquisizione della richiesta di accreditamento.
L’iscrizione alla piattaforma rappresenta un’operazione necessaria per avviare l’iter procedurale per il pagamento dei debiti. Il dl 35, infatti, prevede che tutti i debiti che non saranno estinti grazie alle prime misure da esso previste (in tal caso l’importo e la data di pagamento vanno comunicati ai creditori entro il 30 giugno) debbano essere comunicati al Mef mediante la piattaforma a partire dal 1° giugno ed entro il 15 settembre e che tale comunicazione, per il creditore, valga a tutti gli effetti come certificazione del rispettivo credito, che si intenderà rilasciata senza data di scadenza per il pagamento.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento