ROMA – Premi (pochi) per chi è in regola con i conti e sanzioni (tante) per i governatori in default sanitario e per sindaci e presidenti di Provincia in dissesto finanziario. Spinto soprattutto dalla Lega per cercare di anticipare i tempi prima delle elezioni, il Governo tenta di accelerare per il varo dell’ottavo tassello del federalismo fiscale da trasmettere all’esame della bicameralima parlamentare. Lo sche-ma di decreto legislativo, su cui già è mancata l’intesa due settimane fa, è iscritto infatti formalmente giovedì all’ordine del giorno della Conferenza unificata per un vertice con i rappresentanti di regioni ed enti locali che non si annuncia affatto in discesa. Anche perché nella stessa occasione palazzo Chigi vorrebbe incassare una risposta definitiva sul disegno di legge che riforma le conferenze attuali con governatori, sindaci e province, istituendo la «Conferenza della Repubblica» che è stata da subito respinta al mittente dagli enti locali fin dal suo primo esame preliminare in Consiglio dei ministri. La discussione di giovedì sullo schema di decreto che riserva carote e bastoni per gli amministratori locali a seconda dell’andamento dei loro bilanci, sarà preceduta fin da oggi da contatti politici tra le parti che però potrebbero non essere affatto risolutivi, soprattutto nell’imminenza delle prossime consultazioni per le elezioni amministrative del 15 e 16 maggio. Il termine dei 30 giorni per la mancata intesa definitiva – dopo di che il Governo può comunque inviare alla bicameralina il testo dello schema di Dlgs – scade solo il 20 maggio. Ma proprio in vista della prima tornata elettorale, il Governo cercherà in queste ore sotto la pressione della Lega una difficile mediazione per accelerare i tempi dell’invio del testo alle Camere. Sempreché riesca a superare tutte le riserve, anche di natura costituzionale, avanzate da Regioni ed enti locali. Sia per i governatori sottoposti a piano di rientro dal debito sanitario che per i sindaci e i presidenti di provincia in dissesto finanziario, è previsto l’obbligo della predisposizione di un «inventario di fine legislatura» da rendere pubblico entro 20 giorni dalle elezioni locali. La sanzione potrà arrivare fino «fallimento politico»: l’ineleggibilità per dieci anni e il taglio del 30% dei rimborsi elettorali per partiti e liste che presentino nuovamente candidati governatori dichiarati «politicamente falliti». Decadenza dagli incarichi che per la spesa sanitaria varrà anche per assessori e manager di asl e ospedali, mentre sanzioni e premi sono previsti per enti locali e Regioni in caso di rispetto o meno del patto di stabilità interno e per gli acquisti centralizzati di beni e servizi sanitari. Un capitolo a parte del decreto è legato alla lotta all’evasione fiscale. A partire dal pieno coinvolgimento anche delle Province negli accertamenti fiscali e nella gestione organica dei propri tributi.
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