Sale il tetto degli stipendi dei menager

Per i superstipendi Il nuovo tetto sarà innalzato a 302.937 euro, mentre restano bloccate per tutto il 2013 le pensioni oltre i 1.486,29 euro

1 Febbraio 2013
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Quest’anno, nella pubblica amministrazione, il tetto ai superstipendi sarà innalzato a 302.937 euro, facendo così registrare un aumento, adeguato alla crescita dell’inflazione, del 3,1% rispetto al 2012. Questo è il dato che si evince da una circolare della funzione pubblica in merito ai limiti retributivi in cui si rammenta che questo è il trattamento annuale del primo presidente della Corte di Cassazione per il 2012. Nel 2011, era fissato a quota 293.658 euro, dato utilizzato come parametro per il 2012, però non si è potuto non considerare l’incremento dell’inflazione al 3%.
Restano bloccate, a tutto il 2013, le pensioni che superano il minimo di tre volte, ossia chi ha un reddito frutto della pensione maggiore dei 1.486,29 euro mensili non godrà di nessun aumento, e stessa sorte tocca ai contratti dei dipendenti pubblici. Gli stipendi dei dipendenti, in totale, sono aumentati mediamente dell’1,5% in un anno, il ministero della Funzione pubblica evidenza che in merito alla circolare n.8 del 2012 sui limiti retributivi nella pubblica amministrazione, il ministero della Giustizia “ha comunicato che il trattamento annuale complessivo spettante per la carica di Primo Presidente della Corte di cassazione per l’anno 2012 ammonta a 302.937,12″.
Le amministrazioni, dichiara il ministero, anche per il 2013, dovranno rispettare le regole sul tetto agli stipendi “operando, dove necessario, le riduzioni dei trattamenti corrisposti ai propri dipendenti e collaboratori sino a concorrenza dell’importo precedentemente indicato”. È evidente che è solo questione di aumentare il tetto e ciò non comporta che le retribuzioni dei supermanager saranno aumentate del 3,1%.
Il decreto in merito al quale la circolare del 2012 spiega le modalità operative prevede che lo stipendio percepito ogni anno, comprese le indennità e le voci accessorie, oltre che le possibili remunerazioni per incarichi ulteriori o consulenze affidate da amministrazioni pubbliche diverse da quella di appartenenza, non può superare il trattamento retributivo annuale totale dovuto alla carica di Primo Presidente della Corte di cassazione, pari per il 2011 a 293.658,95 euro. Qualora fosse superiore, chiarisce il d.P.C.M., si riduce al suddetto limite.
Il ministro della Giustizia riferisce annualmente al ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione e al ministro dell’economia e delle finanze possibili aggiornamenti riguardanti l’ammontare del predetto trattamento. La circolare del 2012 evidenzia che sono ricompresi nel tetto anche i compensi dei membri e presidenti delle autorità indipendenti (antitrust, Consob, energia e così via).

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