Negli ultimi 10 anni, le tariffe dei servizi pubblici, ad esclusione dei servizi di telefonia, sono aumentate più dell’inflazione. Se nell’ultimo decennio la variazione dei prezzi è stata del +23,9%, la tariffa dell’acqua potabile è cresciuta del 55,3%, quella della raccolta rifiuti del 54% e quella dei trasporti ferroviari del 43,9%. Appena fuori dal podio di questa speciale graduatoria, troviamo i pedaggi autostradali, con il + 38,5%, le tariffe dei taxi, con il +35,4%, quelle del gas, con il +33,2% e i trasporti urbani, con il +31,4%. Nella parte bassa della classifica, invece, troviamo i servizi postali (+29,3%), l’energia elettrica (+24,3%) e i servizi di telefonia (-11,7%). Quest’ultima, è l’unica voce tariffaria del paniere preso in esame ad aver subito una contrazione nel decennio appena trascorso. È questo il risultato emerso da un’analisi effettuata dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha analizzato l’andamento dei prezzi delle tariffe dei servizi pubblici, avvenuto tra il 2000 e il 2010. «Le tariffe amministrate dai comuni», ha commentato Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre, «sono quelle che hanno subito le impennate più consistenti. Purtroppo, a fronte degli aumenti delle bollette dell’acqua o dell’asporto rifiuti, non è seguito un corrispondente aumento della qualità del servizio offerto ai cittadini. Anzi, in molte parti del paese è addirittura peggiorato. Il ritocco all’insù delle tariffe è servito agli enti locali per far cassa, compensando, solo in parte, il taglio dei trasferimenti imposti in questi ultimi anni dallo stato centrale».
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