L’Italia non può, di punto in bianco, decidere di vietare la commercializzazione delle sportine di plastica, perché in tal caso viola il diritto comunitario e la Commissione europea può decidere di avviare la procedura di infrazione. Sembra essere quasi una storia infinita la vicenda che, dal primo gennaio di quest’anno, ha visto messe al bando le sacche sulla base di quanto il legislatore nazionale con la legge finanziaria 2007 aveva disposto anche se, a dire il vero, il termine originario del 2010 venne rinviato di un anno pochi mesi prima l’entrata in vigore della originaria scadenza. Un termine del resto, quello del primo gennaio 2011, che anche il Consiglio di Stato decidendo su un ricorso delle imprese del settore, con ordinanza 1714/2011 del 18 aprile di quest’anno, aveva ritenuto perentorio. Ma chi la dura la vince avranno pensato gli industriali del settore che non si sono accontentati di ricorrere al giudice interno ma sono andati dritti alla Commissione europea che ha deciso, invece, di mettere in mora l’Italia, aprendo il procedimento di infrazione 2011/4030.
Sacchetti di plastica, bacchettate Ue
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