«La Toscana viola la legge, disattende tre pareri del Consiglio superiore di sanità. Così mette a rischio la possibilità di usare la Ru486 nel nostro paese». Il sottosegretario del ministero alla salute Eugenia Roccella, da sempre impegnata in una battaglia contro la pillola abortiva, reagisce in modo fermo alla decisione del Consiglio sanitario regionale di somministrare il farmaco più discusso della storia del nostro paese in regime di day hospital. L´organo tecnico regionale ha deciso il 6 di luglio, cioè negli stessi giorni in cui sono arrivate linee guida ministeriali che indicano il ricovero ordinario. Anche il Comitato di bioetica toscano ha preso posizione perché venga data alla donna la possibilità di tornare a casa dopo la somministrazione della Ru486 per ritornare in ospedale quando avviene l´espulsione. La Toscana è stata la prima regione a introdurre la pillola abortiva, acquistandola dall´estero. Sono state solo un paio di strutture, soprattutto Pontedera e poi Siena, a somministrarla finché non è entrata nel prontuario farmaceutico. Da allora gli ordini sono arrivati da tutte le Asl. A parte qualche eccezione, il sistema sta iniziando a mettersi a regime. Le aziende dell´area di Firenze e di Pisa ne hanno consumate rispettivamente circa 90 e 140. Careggi, che fino all´approvazione dell´Aifa non aveva mai usato la Ru486, ha già fatto una ventina di interruzioni di gravidanza farmaceutiche. Si continuano ovviamente ad usare molte pillole nella Asl di Pisa (non solo a Pontedera ma anche a Volterra, dove si è spostato il ginecologo Massimo Srebot) ma per ora, nella stessa area, non ne hanno ordinate neanche una le ginecologie dell´azienda sanitaria di Massa Carrara.
Ru486, il governo attacca la Toscana “Fuorilegge in regime di day hospital”
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