Rottamazione cartelle esattoriali: necessario un mese per chiarire aspetti trascurati

Le dichiarazioni dei rappresentanti ANCI in materia di ingiunzioni per tributi locali e multe stradali

1 Febbraio 2017
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Sono circa 5mila (4725 per la precisione) i Comuni italiani chiamati a decidere entro la giornata di oggi (1 febbraio) se applicare anche sul proprio territorio la possibilità di rottamare le ingiunzioni per tributi locali e multe stradali. Si tratta dei Comuni che per il 2016 hanno deciso di non servirsi di Equitalia per l’attività di riscossione, curando l’attività di riscossione coattiva attraverso l’affidamento a propri uffici, a concessionari o a società “in house”.

Rottamazione cartelle: le richieste ANCI

“Come ANCI chiediamo un altro mese per chiarire cosa i Comuni devono fare per aderire alla rottamazione delle cartelle esattoriali”. Ad affermarlo è il sindaco di Ascoli Piceno e delegato ANCI alla Finanza locale, Guido Castelli, intervenuto a RaiNews24 nella giornata di ieri. “Si tratta di una rottamazione fatta in maniera un po’ frettolosa – ha notato Castelli – giacché allo stato attuale il provvedimento non divide chi non paga per effettive difficoltà da chi invece ci marcia. Un mese sarebbe il tempo necessario per rivedere tanti aspetti trascurati”.

Dall’Europa misure a carico degli Enti locali?

In studio si è poi si è parlato della manovra aggiuntiva richiesta dall’Europa con eventuali provvedimenti a carico degli Enti locali. Per Castelli questo “sarebbe paradossale se non tragicomico. In cinque anni i Comuni hanno contribuito al risanamento della finanza pubblica per 13,5 miliardi mentre nello stesso periodo il debito delle amministrazioni centrali è cresciuto di 100 miliardi”. “La pubblica amministrazione territoriale, a volte additata come fonte di spesa – ha spiegato Castelli – è stata in realtà un pezzo fondamentale che ha contribuito a riallestire i conti dello Stato in maniera decente. Laddove lo Stato centrale ha aumentato di 100 miliardi la spesa, gli enti locali l’hanno diminuita di due miliardi”. Per Castelli quindi si è proceduto “ad una compressione eccessiva di una spesa ‘buona’ che i Comuni potrebbero mettere in campo per una manutenzione razionale delle città e per la loro sicurezza”.
Secondo il delegato ANCI serve poi “rilanciare la crescita” ma per farlo occorre “mettere a punto una finanza locale meno improvvisata e scoordinata. Un esempio su tutti è quello del gettito Imu che per 4,5 miliardi va ad impinguare l’erario statale e non quello comunale. Anche sul personale – ha aggiunto– la diminuzione della spesa tocca il 15% a cui si aggiunge il limite di reclutamento fermo al 25%”.

FORMAZIONE
Come cambia la riscossione dei tributi locali dopo il Decreto fiscale n. 193/2016
Olbia, 14 febbraio 2017

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