«Abbiamo già allertato l’uf-ficio legale. Ricorreremo contro questo nuovo aumento della Tarsu. E stiamo verificando se ci sono le condizioni per chiedere un risarcimento». La Federconsumatori, non solo la sezione campana ma l’ufficio legale nazionale, parte all’attacco della delibera provinciale con la quale si impone, sulle tariffe del 2010, un aumento della Tarsu pari al 10 per cento. Un aumento legato non all’incremento della tariffa, ma all’aggiunta dell’Iva, che non era stata precedentemente calcolata. «Il nostro centralino è subissato di telefonate – racconta Rosario Stornaiuolo, presidente di Federconsumatori Campania – I cittadini protestano: questo aumento, che si aggiunge a quello deciso a marzo scorso, è vissuto come un oltraggio alla dignità delle persone. Non solo siamo pieni di immondizia nelle strade, ma arriva la batosta sulle tariffe per lo smaltimento. Chiediamo immediatamente un incontro con il presidente della Provincia Luigi Cesaro. Un incontro per chiedere ragione di questo aumento, ma anche per dire con forza che non se ne può più. E che con le altre associazioni di consumatori stiamo organizzando una manifestazione che ci porterà sotto la Provincia». Federconsumatori sta pensando, tra l’altro anche a una class action «contro Comune, Provincia e Regione». Non per gli aumenti, ma «per la gestione complessiva del problema rifiuti». A una class action, ma contro il rincaro della Tarsu, pensano anche i Verdi e l’associazione Noi Consumatori, che hanno preannunciato la loro mobilitazione contro «quell’intollerabile balzello». Non di un vero e proprio aumento si tratta, ma di un’aggiunta dell’Iva alle tariffe già calcolate; ma per i cittadini il discorso non cambia: si tratta di metter mano al portafoglio, ancora una volta, e sborsare in media 50 euro in più. Dopo che la Tarsu ha già fatto registrare aumenti del 60 per cento negli ultimi due anni. «Siamo dinanzi all’ultimo regalo della scellerata gestione Bertolaso, che ha autorizzato gli aumenti delle tariffe e ha messo in piedi un’organiz-zazione che non funziona» afferma Stornaiuolo. L’ex numero uno della Protezione civile viene tirato in ballo perché è a lui che si attribuisce la paternità della legge che affida alla Provincia lo smaltimento dei rifiuti. E la Provincia di Luigi Cesaro ha affidato l’incarico a una società, la Sapna, guidata da Corrado Catenacci. Una società che, in quanto tale, è obbligata a fatturare il servizio e ad applicare l’Iva del 10 per cento. Sulla vicenda è intervenuta anche Lina Lucci, segretario regionale della Cisl Campania: «Di fronte allo scempio che stiamo vivendo non si può pensare a un aumento della tassa sui rifiuti» ha affermato, precisando di essere «molto arrabbiata» e preannunciando un consiglio straordinario del sindacato sulla vicenda immondizia. «Chiameremo a partecipare le istituzioni, i presidenti di tutte le Province, il governatore Stefano Caldoro e il sindaco Rosa Russo Iervolino». La politica è «incapace di decidere» e si limita a mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Hai voglia a spiegare che l’aumento è frutto di un intervento dell’Agenzia delle Entrate. Che è da lì che è giunta la certezza sull’Iva da integrare già alla Tarsu di quest’anno. Una integrazione che, in concreto, fa lievitare il costo dello smaltimento dei rifiuti da 98 a 106 euro per tonnellata. «Sembra uno sfottò ai danni dei cittadini. Mentre fronteggiamo cumuli di immondizia, mentre crescono le colline di rifiuti, mentre nessuna soluzione viene dai nostri amministratori, mentre si corre il rischio di un disastro ambientale – continua Rosario Stornaiuolo – i cittadini vengono ulteriormente puniti».
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