Riscossione locale con le armi spuntate

Il decreto sviluppo – L’esame in Parlamento/I timori dell’Anci. Chiestoli ritiro delle modifiche

Il Sole 24 Ore
16 Giugno 2011
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MILANO – Niente ganasce per debiti sotto i 2mila euro, addio di Equitalia dal 1° gennaio prossimo, restrizione secca nell’accesso alle banche dati fiscali da parte dei Comuni e delle loro società, e una stretta particolare per le società private. Nel pacchetto finale degli emendamenti concordati con il Governo al decreto sviluppo trovano spazio anche le novità sul Fisco locale, che spingono anche dalle parti dei Comuni la tendenza contro l’«aggressività» della riscossione che ha guidato la revisione delle norme su accertamenti e strumenti esecutivi nei tributi nazionali. Tradotta in chiave locale, però, la cura vede moltiplicati i propri effetti, al punto da far temere agli amministratori la «paralisi» di fatto della riscossione dei tributi (l’Anci ha chiesto, finora senza successo, il ritiro degli emendamenti). Lo stop agli strumenti esecutivi per i debiti fino a 2mila euro, per esempio, finisce per tagliare le unghie a gran parte della riscossione locale, perché multe, Ici e Tarsu raramente raggiungono questa soglia. Per arrivare a 2mila euro, infatti, servono 53 verbali per divieto di sosta, oppure occorre lasciar maturare almeno 13 verbali per cinque anni, dopo di che scatta la prescrizione. Stesso discorso per Ici e Tarsu, sulle quali una famiglia media impiega anni per accumulare 2mila euro di debito con il Comune. Visto il basso tasso di riscossione spontanea che caratterizza molti Comuni, e che nel caso delle multe arriva a oscillare fra il 20 e il 30% degli importi accertati, la stretta sulla coattiva rischia di far traballare più di un bilancio locale. Le nuove regole restringono anche le possibilità di Comuni e società di accedere alle banche dati fiscali, dall’accesso diretto presso gli uffici pubblici (Dlgs 112/1999) a quello al sistema informativo dell’agenzia delle Entrate. La ritirata di Equitalia, poi, costringe i sindaci a decidere da subito se riportare tutta la riscossione all’interno dell’ente (senza sforare i vincoli alle assunzioni) o cercare qualche società «interamente pubblica» a cui affidare l’attività con gara. Chi succederà a Equitalia, comunque, non potrà utilizzare l’iscrizione a ruolo, ma dovrà ricorrere all’ingiunzione.

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